In Piemonte un terzo degli scontrini è irregolare

 Non è certo incoraggiante sapere che ben il 32% degli scontri fiscali e delle ricevute che sono state controllate dalla Finanza nei primi cinque mesi di quest’anno in Piemonte sono irregolari: queste stime e questi numeri così eloquenti sono stati resi noti nelle ultime ore dalla stessa GdF, la quale ha celebrato i 238 anni dalla fondazione del corpo in questione. Nel periodo di tempo compreso tra gli scorsi mesi di gennaio e maggio, infatti, le Fiamme Gialle sono dovute intervenire in ben 113mila occasioni, mentre i patrimonio illeciti che sono stati sequestrati ammontano a quasi sedici milioni di euro, una cifra non certo insignificante.

Fisco e Risorgimento: a Torino premiati i migliori elaborati scolastici

 Il Risorgimento e l’Unità d’Italia hanno trionfato anche sul versante del fisco: in effetti, il tema dei tributi dopo l’Unità ha rappresentato proprio il concorso che è stato indetto dall’Agenzia delle Entrate del Piemonte, dall’Ufficio Scolastico della stessa regione settentrionale e dall’Istituto per la storia del Risorgimento in memoria di Urbano Rattazzi. In particolare, questa iniziativa è stata pensata appositamente per gli studenti delle scuole piemontesi, affinché fossero in grado di elaborare degli scritti propositivi e stimolanti. Come si è svolto dunque questo premio? La selezione ha riguardato i ragazzi delle classi superiori ed è stata un’ottima occasione per avviare una riflessione sugli elementi peculiari dell’unificazione del nostro paese, ricollegando questo tema alla necessità della creazione di un sistema tributario nazionale che si pose proprio nel 1861 per superare la logica della frammentazione fiscale.

Entrate: indetto un concorso sulla storia del Fisco nell’unità nazionale

 Il nostro Piemonte, piccolo per territorio, acquistò credito in Europa perché grande per le idee che rappresenta e non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi”: questo celebre discorso di Vittorio Emanuele II è il preludio all’unità italiana del 1860-1861 e a centocinquanta anni dai moti risorgimentali la regione Piemonte ritorna a essere protagonista grazie a un concorso che riunirà tematiche storiche e questioni fiscali e tributarie. Di cosa si tratta? L’Agenzia delle Entrate, coi suoi uffici presenti nella regione settentrionale, e diversi istituti scolastici hanno infatti deciso di celebrare in maniera degna un evento così importante, promuovendo una borsa di studio e un concorso che approfondirà il tema della storia e del ruolo del fisco nell’unità d’Italia. Un contributo fondamentale in questo senso verrà fornito dall’Istituto per la Storia del Risorgimento con il suo comitato delle città di Alessandria e Asti.

Quando il Fisco non è efficace: cancellato il codice tributo PIEM

 Il 23 aprile del 2007 il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato una fondamentale legge regionale, vale a dire la numero 9 proprio di quell’anno: un testo normativo fondamentale perché, di fatto, si è trattato della legge finanziaria per l’anno 2007 con le varie disposizioni e interventi in materia di bilancio. Ebbene, proprio in relazione a questa legge doveva essere anche usato un apposito codice tributo (PIEM), al fine di usufruire in maniera corretta del credito d’imposta contenuto nei vari articoli della novella. Ora, quello stesso codice PIEM non ha più ragione di esistere, visto che, in forza della risoluzione 102/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare due giorni fa, esso è stato eliminato e soppresso in modo definitivo. Quali ragioni hanno portato a una decisione fiscale così perentoria?

“Fare impresa”: il Piemonte istruisce i cittadini stranieri

 Agenzia delle Entrate, Inps e Camera di Commercio stanno portando avanti il loro progetto formativo per coloro che desiderano avviare un’attività in proprio: è il Piemonte a caratterizzarsi per questa iniziativa, anche perché nella sola provincia di Torino sono presenti ben 28.128 imprenditori stranieri. Quello dei cittadini stranieri che decidono di dar vita a un’impresa è un fenomeno in netta espansione (dal 2000 ad oggi, questa presenza è cresciuta del 137%). Il progetto “Fare impresa – Istruzioni per nuovi cittadini” vuole essere proprio un ausilio per chi deve cominciare a fronteggiare tutti gli adempimenti burocratici ed essere in regola con la normativa italiana; si tratta di una vera e propria “scuola” per i cittadini stranieri, con un apposito corso che si articola in una struttura modulare, in modo da affrontare con cura tutte le tematiche di maggiore interesse pratico nella vita di tutti i giorni degli imprenditori, partendo dall’avvio della stessa attività e arrivando fino all’espletamento dei principali adempimenti fiscali e previdenziali.

 

In Piemonte lo sportello virtuale elimina le code in ufficio

 Un nuovo servizio dell’Agenzia delle Entrate è ora disponibile per i professionisti del settore fiscale del Piemonte: è partito infatti da Torino il cosiddetto “sportello virtuale per i professionisti”, una interessante innovazione che dovrebbe consentire notevoli vantaggi dal punto di vista tributario. In effetti, si potranno, attraverso tale strumento, seguire le pratiche dei clienti direttamente dallo studio, eliminando quindi del tutto la classica coda dell’ufficio. Per i commercialisti piemontesi si prospetta dunque la velocizzazione dell’intero lavoro. L’iniziativa è stata promossa dalla Direzione regionale della stessa Agenzia, la quale aveva per l’appunto l’intenzione di rendere più agevoli e rapide le pratiche maggiormente frequenti, oltre che di evitare eccessive code ai front office. Non si tratta comunque di un progetto unicamente regionale, in quanto il programma rientra in un altro progetto più ampio, a livello nazionale, con cui le Entrate mirano a fornire agli intermediari del settore fiscale degli strumenti assistenziali a distanza.

 

L’Irap sui call center accentua la crisi

 Siete studenti universitari o disoccupati in cerca del primo impiego? In attesa di trovare altro, molti inviano il curriculum ai call center, soprattutto al Sud sono diventati quasi una moda, dove giovani ed anche meno giovani, alcune volte rassegnati dalla mancanza di altri posti di lavoro, si apprestano a fare quest’esperienza. Ma anche qui inizia a farsi sentire la crisi. E non solo, qualcuno comincia a lamentarsi per le tasse. Renato Rabellino, segretario della Slc-Cgil, dichiara relativamente alla provincia di Torino:

In altre province, fuori Torino, già sono stati persi appalti, in qualche caso anche della pubblica amministrazione, a favore di call center del Sud. Nella crisi molte grandi aziende e anche banche e assicurazioni portano all’esterno, per abbattere i costi, l’assistenza o la gestione dei clienti. La tentazione è scegliere quelli che costano meno. Sono ben lieto se al Sud si creano posti di lavoro, ma non a scapito dei lavoratori piemontesi. Qui siamo riusciti negli anni ad arrivare a un buon numero di aziende dove è tutto regolare, non ci sono più co.co.pro, ogni anno si fanno le verifiche e si assume per non eccedere il 40% di tempo determinati sul totale. In molti dei nuovi call center del Sud non è così.