Iva al 21% per i mobili e gli arredi della prima casa

 Anche quando si acquistano i mobili e gli arredi che poi saranno destinati alla nostra prima casa bisogna prestare la massima attenzione alla disciplina fiscale (vedi anche Agevolazione prima casa, nel rogito va indicato dove lavora il contribuente). Che tipo di aliquota Iva (Imposta sul Valore Aggiunto) bisogna applicare per tali operazioni? Molti contribuenti si chiedono spesso se non si tratti di una delle casistiche per le quali si può introdurre l’imposta nella sua versione ridotta (aliquota al 4% per la precisione).

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Riforma del catasto proposta dal Governo Monti

 Dopo la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, la tanto discussa tassa sugli immobili, che dal prossimo anno si chiamerà IMU, il governo sta studiando una vera e propria riforma del catasto che dovrebbe collegare i valori fiscali degli immobili a quelli di mercato.

L’obiettivo ambizioso che l’esecutivo si pone è quello di rendere la nuova imposta “equa”, o se non altro il meno doloroso possibile per i contribuenti, soprattutto per coloro i quali possiedono un immobile non “di pregio” e magari anche in periferia.

Monti ha già promesso che l’operazione non sarà un’altra stangata per gli italiani, ma che la tassazione degli immobili rappresenti una voce importante per il pareggio di bilancio è fin troppo evidente, anche perché in Italia sono circa 33 milioni gli immobili destinati ad abitazione principale.

L’Ici sulla prima casa e le politiche per le famiglie

 Si sta parlando e discutendo molto in questi giorni del ritorno dell’Ici sulla prima casa e della sua nuova versione, l’Imu (Imposta Municipale Unica): l’intenzione del governo Monti, resa chiara dalla recente manovra finanziaria, è quella di apportare una rivalutazione catastale pari al 60%, visto che ormai sono passati ben tre anni dall’ultimo momento in cui l’Imposta Comunale sugli Immobili doveva essere pagata. La nuova tassa andrà a colpire in maniera inevitabile un numero davvero alto di famiglie, ma non mancano le proposte di cambiamenti e modifiche in corso d’opera.

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Agevolazioni fiscali, bonus per l’aquisto della prima casa

 Comprare una casa oggigiorno diviene sempre più difficile, la precarietà del posto di lavoro, gli stipendi bassi e il contesto di austerità in cui vive il nostro Paese non creano i presupposti giusti per l’acquisto di una dimora. La soluzione é quella di ricorrere a un un mutuo per arrivare alla tanto agognata casa di proprietà, ma anche in questo caso i problemi non mancano. E’ necessario un impiego a tempo indeterminato o un garante e non di rado anche con queste condizioni risulta difficile poter comprare casa. La legge italiana per favorire ed aumentare l’acquisto di immobili per uso abitativo, ha introdotto delle agevolazioni fiscali.

Dichiarazione dei redditi e prima casa, chiarimenti Entrate

 Non tutti i contribuenti, in sede di dichiarazione dei redditi, sono obbligati a presentarla. In certi casi, ed in particolare per redditi bassi, può infatti scattare l’esonero. E’ il caso, in accordo con una nota ufficiale emessa in data odierna, venerdì 25 marzo 2011, dall’Agenzia delle Entrate, di chi ha solamente redditi da terreni e da fabbricati; se il reddito complessivo è sotto i 500 euro, e non ci sono altri redditi da dichiarare, allora scatta l’esonero per quel che riguarda la dichiarazione dei redditi. Pur tuttavia occorre fare attenzione all’abitazione principale che, relativamente ai casi di esonero con limite di reddito, deve essere inclusa. Quindi, porta ad esempio proprio l’Amministrazione finanziaria dello Stato, se il contribuente possiede solo redditi da terreni e fabbricati, per 450 euro relativi ad un terreno, e per 700 euro dati dall’abitazione principale, allora il totale fa 1.150 euro; essendo 1.150 euro superiori al limite dei 500 euro, allora il contribuente è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi e, quindi, non può scattare l’esonero.

Prima casa: eredi esclusi dal bonus in caso di falsa dichiarazione

 Una delle ultime risoluzioni dell’Agenzia delle Entrate è stata piuttosto chiara in merito alla disciplina fiscale della prima casa: si tratta, per la precisione, della circolare 33/E che è stata pubblicata giusto due giorni fa e che ha contemplato una fattispecie particolare, vale a dire la falsa dichiarazione collegata all’agevolazione fiscale dell’abitazione. In effetti, nell’ipotesi di dichiarazione non veritiera, il bonus in questione viene inevitabilmente a decadere in relazione all’immobile, ma ciò non vale soltanto per chi ha dichiarato, ma anche per tutti coloro che sono coinvolti nella successione o nella donazione. Il falso è quello viene espresso in merito al possesso dei requisiti per conseguire il beneficio tributario, quindi le sanzioni pecuniarie del caso operano ad ampio raggio. La differenza con gli altri casi di decadenza è notevole: quando la residenza non viene sottoposta a trasferimento entro il termine di un anno e mezzo, o quando la casa viene ceduta nei cinque anni senza un contemporaneo riacquisto, l’imposta maggiorata della sanzione riguarda soltanto il dichiarante e non anche gli altri contribuenti menzionati in precedenza.

Finanziaria: prima casa rimane esente da imposte

 Il federalismo fiscale non toccherà la legislazione sull’imposta prima casa e portera’ probabilmente anche alla cedolare secca sugli affitti. La finanziaria ieri e’ stata per la prima volta presentata ufficialmente dal governo subito dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri in seduta straordinaria. La prima casa restera’ esente dall’imposta Ici quindi, come ha annunciato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti in una conferenza stampa a Palazzo Chigi e rispondendo a chi parla di costi del federalismo fiscale, sostenendo che il vero costo per l’Italia é non farlo.

La prima casa restera’ esente dall’imposta – ha affermato il ministro -. Ho sentito parlare dei costi del federalismo fiscale: il costo c’è se non si fa, se si lascia fuori controllo la finanza pubblica. Abbiamo avviato la simulazione su Provincie e Comuni, sulle Regioni non siamo pronti a dire cosa dare di fiscalita’ propria, lo sapremo a luglio.

Abolizione ICI prima casa: Comuni battono cassa su mancato gettito

 L’abolizione dell’imposta comunale sugli immobili (ICI) per quanto riguarda la prima casa è oramai in vigore da un po’ di tempo, e rappresenta una vera e propria “conquista” per i proprietari di immobili ad uso residenziale; era infatti ingiusto pagare una tassa per un bene che non ha carattere “speculativo“, ma che è utilizzato come dimora per se stessi e per la propria famiglia. Pur tuttavia, da tale provvedimento ad uscirne per certi versi con le ossa rotte sono stati i Comuni italiani, i quali hanno perso una importante fetta di introiti che in passato è servita per finanziare servizi primari per l’amministrazione come gli asili nido e la manutenzione stradale. Ebbene, in merito nei giorni scorsi, come riporta il Portale di ANCI Lombardia, si è espresso il Sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, il quale, a conclusione della Conferenza Stato-Città, ha sottolineato come ci sia bisogno di chiarezza riguardo all’erogazione dei fondi a copertura del mancato gettito dell’ICI.

Emilia Romagna: accordo per imposta di registro

 L’imposta di registro deve essere pagata al momento della registrazione degli atti presso l’Agenzia delle Entrate. Gli atti che rientrano in questo obbligo sono l’acquisto di una casa o la registrazione dei contratti di locazione/affitto di un appartemento ad un inquilino.

L’imposta di registro si paga in proporzione (aliquota) al prezzo dell’acquisto:

* l’aliquota è del 3% sul prezzo dell’immobile indicato nel rogito per la prima casa e se il venditore dell’immobile non è titolare di partita IVA;
* se non si tratta di prima casa, si paga lo stesso il 3% quando l’immobile è di interesse storico, artistico o archeologico.
* si deve pagare il 7% in tutti gli altri casi.

Modello Unico 2009 persone fisiche: chi deve e chi non deve presentarlo

 Si fanno sempre più stretti i tempi per predisporre quest’anno il modello Unico 2009 e per pagare le relative imposte in base all’ammontare dei redditi percepiti lo scorso anno. Trattasi, in particolare, di un appuntamento “classico” per milioni di liberi professionisti, titolari di partita IVA in genere e lavoratori autonomi che sono chiamati alla trasmissione, in via telematica, del modello Unico 2009 Persone Fisiche. Ebbene, i soggetti che, in via obbligatoria, devono presentare il modello Unico 2009 Persone Fisiche sono sia quelli che, avendo percepito un reddito nel 2008, non rientrano nelle condizioni di esonero previste, sia tutti coloro che per Legge sono obbligati alla tenuta delle scritture contabili. In genere, chi detiene obbligatoriamente le scritture contabili è un titolare di partita IVA, ed in tal caso la trasmissione del modello Unico 2009 Persone Fisiche risulta essere obbligatoria anche se nel 2008 dal soggetto non è stato conseguito alcun reddito. Pur tuttavia, le persone fisiche che rientrano nelle condizioni di esonero della presentazione del modello possono comunque, in via opzionale, procedere alla trasmissione del modello Unico 2009 Persone Fisiche nel caso in cui il contribuente debba presentare detrazioni o deduzioni di imposta non attribuite in via parziale o totale.

ICI 2009: tariffe on line nella Provincia Autonoma di Bolzano

 Nella Provincia Autonoma di Bolzano le tariffe 2009 relative all’imposta comunale sugli immobili (ICI) sono reperibili direttamente su Internet grazie all’Osservatorio Provinciale Tariffe, organo istituito presso l’Istituto di Statistica della Provincia; le tariffe, visto che l’ICI sulla prima casa, tranne casi specifici, non si paga più, riguardano di conseguenza le seconde case, la cui imposta tende ad essere più elevata, consultando il sito al link www.provincia.bz.it/osservatorio-tariffe, in corrispondenza di quei comuni aventi una marcata vocazione turistica. La diffusione on line delle tariffe ICI nella Provincia Autonoma di Bolzano è susseguente ai dati acquisiti dai singoli Comuni, e prevede chiaramente che l’ICI 2009 debba essere pagata anche sulle prime case ad uso residenziale se queste appartengono alle categorie catastali “A/1”, che individua le abitazioni signorili, “A/8”, con cui vengono identificate le ville, e la categoria “A/9” per i castelli.