L’Internal Revenue Service (Irs) ha introdotto il suo Offshore Voluntary Disclosure Program per la prima volta nel 2009: si tratta di un programma che cerca di venire incontro a quei contribuenti che hanno dei conti in nazioni straniere e che devono essere messi al corrente della loro situazione fiscale. Mentre la sanzione prevista in casi normali ammonta a circa il 50% di quanto scoperto dalla stessa agenzia, con l’Ovdp questo stesso importo si riduce fino al 20% con tanto di deroga per quel che concerne la carcerazione. Nel solo 2009, tra l’altro, l’Irs ha annunciato di aver recuperato in questa maniera 3,4 miliardi di dollari. La conseguenza più immediata è stata l’introduzione del secondo programma di questo tipo lo scorso anno.
residenza all’estero
Codice fiscale: il caso dei cittadini residenti all’estero
L’attribuzione del codice fiscale è un’operazione di rilievo, soprattutto se si pensa agli aspetti previdenziali che sono legati ad essa: è per questo motivo che l’Agenzia delle Entrate ha reso pubblica una apposita risoluzione due giorni fa (si tratta, nello specifico, della 91/E), con la quale ha precisato che l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha la facoltà di richiedere alla stessa amministrazione finanziaria tale attribuzione nei confronti di quei cittadini che hanno la loro residenza all’estero e che, inoltre, vantano una pensione erogata in Italia. Il documento in questione si è reso necessario dopo che alcuni dubbi erano sorti nella mente dei dirigenti dell’Inps. In particolare, l’intenzione era quella di rendere più rapida la liquidazione delle domande pensionistiche e di mettere un po’ d’ordine nelle pratiche relative a questi residenti all’estero e sprovvisti di codice fiscale.
Agenzia delle Entrate: aggiornati i software Gerico e Siria
La giornata del 1° giugno scorso è stata fondamentale dal punto di vista tributario, soprattutto per quel che concerne l’ambito informatico. In effetti, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato delle apposite note per informare degli aggiornamenti a due dei principali software che sono stati messi da tempo a disposizione dei contribuenti: nel dettaglio, si tratta di Gerico e Siria, ovviamente in riferimento all’anno attualmente in corso. Per quel che concerne Gerico, il prodotto in questione, nella sua versione Beta, consente il calcolo della congruità fiscale in materia di studi di settore. Ebbene, partendo dai 206 studi del periodo d’imposta 2010, la nostra amministrazione finanziaria ha provveduto a introdurre anche i cosiddetti correttivi di crisi, i quali dovranno essere applicati in via eventuale alle risultanze.
Agenzia Entrate e Guardia di Finanza, giro di vite sulle fiduciarie
L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, con un comunicato congiunto, emesso in data odierna, giovedì 16 dicembre 2010, hanno reso noto che sono in corso in cinque Regioni del nostro Paese dodici interventi presso delle società fiduciarie. In particolare questi dodici interventi, equamente distribuiti tra l’Amministrazione finanziaria dello Stato e la Guardia di Finanza, sono in corso nelle Regioni Lazio, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte con obiettivo nel mirino quello relativo alle corrette comunicazioni all’anagrafe dei rapporti finanziari. L’attività avviata, che non è nuova per il Fisco e per la Guardia di Finanza, rientra nell’ambito delle iniziative di lotta e di contrasto all’evasione fiscale internazionale attuando una “stretta” sulle società fiduciarie che amministrano beni per conto di terzi e che, quindi, possono essere utilizzati per fini di evasione fiscale internazionale.
Entrate – Guardia di Finanza: operazione filiali banche slovene
L’Agenzia delle Entrate, nell’ambito di un’operazione congiunta con la Guardia di Finanza, ha annunciato un nuovo “blitz” finalizzato a controlli e verifiche sui corretti adempimenti relativi all’Archivio dei rapporti finanziari. L’operazione rientra nell’ambito delle azioni di prevenzione e di contrasto all’evasione fiscale internazionale che, dopo aver fatto visita alle filiali in Italia di banche austriache, svizzere ed al confine con San Marino, hanno portato le Entrate e la GdF a bussare alla porta delle filiali con sede in Italia di banche slovene, ma anche a tutti quegli intermediari in possesso di partecipazioni di banche slovene, e filiali di banche italiane che, a livello territoriale, sono vicine ai confini sia con la Slovenia, sia con l’Austria. Al di là della nazionalità, l’Agenzia delle Entrate ha fatto presente come per i nuovi soggetti sottoposti a controllo, ben 68, le modalità applicate siano sempre le stesse.
Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate: “blitz” banche austriache
La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate hanno effettuato un secondo round di controlli presso filiali di banche estere al fine di verificare se gli istituti di credito e gli intermediari finanziari, nel rispetto degli obblighi che hanno, abbiano adempiuto alle relative comunicazioni, nell’Archivio dei rapporti finanziari, sui rapporti che intrattengono con i clienti. Nel mirino del Fisco e della Guardia di Finanza sono stavolta finite le filiali di banche austriache dopo che il 27 ottobre scorso, invece, erano state passate al setaccio ben settantasei filiali di banche elvetiche o aventi sede in territorio vicino a San Marino.
Evasione fiscale: banche nel mirino agenti del Fisco
La Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, con un comunicato congiunto, hanno reso noto in data odierna che, nell’ambito delle azioni di contrasto e di lotta all’evasione fiscale su scala internazionale, hanno provveduto ad effettuare dei controlli su ben 76 tra filiali ed uffici bancari. Nel mirino degli agenti del Fisco e della Guardia di Finanza sono in particolare finite sia le banche italiane di emanazione elvetica, sia le filiali bancarie di istituti di credito svizzeri o che, comunque, risultano essere ricollegabili ad intermediari svizzeri; centinaia di agenti del Fisco, inoltre, hanno controllato anche le filiali e gli uffici bancari situati nei pressi di San Marino. Ma come mai questo vero e proprio blitz?
Italiani e paradisi fiscali: per le Entrate sono oltre 29.000
L’Agenzia delle Entrate ha provveduto a stilare una interessante lista che mostra il rapporto tra i contribuenti italiani e i cosiddetti paradisi fiscali: da quanto emerge dalle stime, le quali si basano sugli ultimi dati provenienti dall’Aire, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono 29.158 i nostri concittadini che decidono di affidarsi al sistema illegale della fiscalità agevolata, attraverso un apposito cambio di residenza in uno dei paesi che applica questo tipo di imposte. Il rilevamento arriva puntuale, in concomitanza al varo del tanto discusso provvedimento dello scudo fiscale (il quale si riferisce proprio ai capitali versati all’estero nei paradisi); l’iniziativa si riferisce all’intensificazione della lotta all’evasione fiscale e alle false residenze all’estero posta in essere dalle stesse Entrate. Entrando nel dettaglio statistico, ci si accorge che ben un italiano su quattro che ha scelto di spostare la propria residenza in un paradiso fiscale è originario della regione Emilia Romagna: questo “primato”, poco invidiabile, può essere spiegato facilmente con la relativa vicinanza del territorio regionale alla Repubblica di San Marino, noto paradiso fiscale (per la precisione sono 6.263 gli emiliani “emigranti fiscali”).