La classificazione doganale delle cartucce per fotocopiatrici

 Una sentenza di quasi due mesi fa da parte della Corte di Cassazione consente di parlare di quella che è la classificazione doganale e del trattamento tributario delle cartucce usate nelle fotocopiatrici (vedi anche Dogane: le novità relative ai beni in deposito). La storia di questa vicenda giudiziaria è presto detta. In pratica, secondo la società importatrice delle merci, bisognava considerare le cartucce in questione come parti e accessori di macchine e apparecchi, il che significa la totale assenza di dazi.

Nessun indennizzo Inail se ci si può recare a lavoro a piedi

 La rendita da infortunio in itinere dell’Inail non può essere concesso dallo stesso ente previdenziale nel caso in cui il dipendente abbia la possibilità di recarsi al lavoro con i mezzi pubblici o a piedi. Si tratta di una importante sentenza che la Corte di Cassazione ha reso nota nel corso della giornata di ieri. In pratica, i giudici di Piazza Cavour non hanno voluto riconoscere a un lavoratore questo indennizzo, dato che poteva coprire la distanza da casa al luogo di lavoro in maniera più semplice rispetto alla moto. In effetti, il soggetto in questione era rimasto vittima di un incidente motociclistico nel 1997 proprio mentre stava andando a lavorare.

I contratti che eludono il Fisco possono essere riqualificati

 Quando dei soggetti privati sottoscrivono dei contratti allo scopo di eludere il Fisco, dunque di ottenere un risparmio d’imposta, è sempre possibile che essi possano essere qualificati dalla nostra amministrazione finanziaria. In effetti, sia l’Agenzia delle Entrate che il giudice tributario hanno la possibilità di realizzare questa “trasformazione”, visto che non ha alcuna importanza lo schema negoziale che è stato adottato dalle parti (vedi anche Le fiamme gialle: in aumento elusione fiscale). Questo principio è stato stabilito in una recente sentenza dalla Corte di Cassazione.

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La tassa sui rifiuti di garage e autorimesse

 La tassa sui rifiuti è una imposta che va approfondita in ogni dettaglio per essere compresa nel modo migliore: ad esempio, essa è dovuta anche in relazione ai box e ai garage? La risposta ci viene data da una delle ultime sentenze della Corte di Cassazione, la cui pronuncia non lascia spazio a nessun tipo di dubbio. In effetti, secondo i giudici di legittimità, quanto previsto dalla Tarsu (Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani) non è in contrasto con uno dei principi più classici che ha statuito l’Unione Europea, vale a dire “chi inquina paga”.

Le Onlus non perdono i benefici se le attività sono retribuite

 La sentenza risale a un mese fa, ma quello che viene stabilito ha una importanza fiscale da non trascurare: secondo la Corte di Cassazione, infatti, le Onlus, le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, possono mantenere le loro agevolazioni tributarie anche nel caso di attività retribuite, ma queste ultime devono essere rivolte a soggetti disagiati e la locuzione “senza scopo di lucro” non deve mai mancare.

Modulo rimborso Iva tassa rifiuti

 Una domanda che può sorgere al contribuente in merito all’Iva sulla tassa sui rifiuti riguarda proprio il suo rimborso: a quali scadenze e a quali moduli bisogna fare riferimento? Se si legge attentamente il Decreto Legislativo 507 del 1993 (“Revisione e armonizzazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani”), ci si accorge che per tale servizio i comuni si avvalgono di una tassa annuale, da applicare in base a una determinata tariffa, avendo cura di osservare tutte le prescrizioni previste. La Tarsu è per l’appunto una tassa, ma ad essa non si deve mai applicare l’Imposta sul Valore Aggiunto, visto che non esistono i presupposti oggettivi.

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La Cassazione interviene sulle proroghe dell’imposta di registro

 Una sentenza di quasi due settimane fa della Corte di Cassazione ha chiarito un importante aspetto relativo all’imposta di registro: in effetti, come hanno spiegato i giudici di Piazza Cavour, la proroga temporale relativa alla rettifica e alla liquidazione di questo tributo devono essere considerate in maniera generale, dunque anche in merito ad alcune violazioni relative ad agevolazioni fiscali. Tutto è nato da un fatto specifico. In effetti, un contribuente si è rivolto alla Commissione Tributaria Provinciale dopo aver ricevuto un avviso di liquidazione, il quale richiedeva espressamente il recupero delle somme collegate all’imposta di registro, quella ipotecaria e quella catastale.

Condono fiscale: il processo verbale di constatazione non è automatico

 Il processo verbale di constatazione è uno dei momenti più importanti che va a contraddistinguere le controversie di cui sono protagonisti i contribuenti: secondo la Corte di Cassazione, tale notifica non è sufficiente per l’avvio automatico della fase giudiziaria in questione, come è emerso chiaramente da una sentenza che ormai risale a quasi due settimane fa. Nello specifico, questo vuol dire che il condono fiscale non può partire in automatico in presenza del pvc, dato che le sanatorie di questo tipo non sono affatto delle liti pendenti.

Inventari: in caso di assenza scattano gli studi di settore

 La sentenza di due giorni fa della Corte di Cassazione ha chiarito alcuni aspetti relativi all’applicazione degli studi di settore: in base a questa pronuncia, infatti, l’accertamento posto in essere mediante questi specifici strumenti tributari diventa automatico nel momento in cui una società non riesce a provare l’esistenza del libro degli inventari. Questo documento ricostruisce in maniera precisa tutto l’imponibile aziendale, anche attraverso delle presunzioni o con l’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente che viene coinvolto. La precisazione si era resa necessaria alla luce di un ricorso della nostra amministrazione finanziaria, la quale voleva riconosciuto come valido un accertamento di questo tipo. Piazza Cavour ha preso spunto direttamente da un testo normativo, il Dpr 600 del 1973 (“Disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi”), visto che l’ufficio delle imposte ha la facoltà di ricavare il reddito d’impresa partendo dalle stime e dalle informazioni che sono state raccolte, decidendo se è opportuno o meno prescindere da quanto risulta dal bilancio e dalle scritture della contabilità.

Duty free: l’esenzione dell’Iva vale solo per viaggi extra Ue

 Ormai i frequentatori più assidui degli aeroporti sono abituati ad avere a che fare con i negozi cosiddetti duty free: come è noto, si tratta di esercizi commerciali al dettaglio che non applicano le imposte sulle merci di vendita, trovandosi in zone franche come navi da crociera o scuole militari. Ebbene, una delle ultime sentenze della Corte di Cassazione è entrata proprio in questo merito, chiarendo alcuni aspetti tributari relativi ai duty free shop aeroportuali. La pronuncia, in estrema sintesi, prevede che tale tipologia di vendite possa essere fatta rientrare nella base di calcolo per l’esenzione dell’Imposta sul Valore Aggiunto, ma solamente nell’ipotesi in cui le operazioni siano state poste in essere in riferimento ai viaggiatori che sono diretti verso nazioni extra Unione Europea. La dichiarazione si è resa necessaria alla luce di un fatto che aveva riguardato una società per azioni.

Nessuna agevolazione fiscale per gli immobili antichi e lussuosi

 L’Agenzia delle Entrate ha presentato di recente un ricorso presso la Corte di Cassazione che aveva a che fare con le principali imposte a livello immobiliare: in effetti, la nostra amministrazione finanziaria ha voluto contestare la pronuncia di una Commissione Tributaria Regionale in merito all’annullamento della liquidazione per quel che concerne l’imposta di registro, quella ipotecaria e quella catastale, in riferimento a un trasferimento di nove anni fa. Secondo l’ufficio, ai contribuenti non poteva essere riconosciuta l’agevolazione fiscale sulla prima casa, visto che si trattava, nel caso di specie, di una abitazione di lusso, in base alle definizioni contenute nel Decreto Ministeriale del 2 agosto 1969 (recante appunto le “Caratteristiche delle abitazioni di lusso”).

Cassazione: anche i tovaglioli indicano il reddito dei ristoratori

 I ristoratori dovranno prestare massima attenzione anche ai tovaglioli utilizzati nei loro tavoli, in quanto si tratta di un ulteriore elemento in grado di ricostruire il profilo fiscale del contribuente; in effetti, come emerge da una presunzione dell’Agenzia delle Entrate e da una recente sentenza della Corte di Cassazione, la richiesta di un tovagliolo aggiuntivo da parte di un cliente deve essere fatta pagare e sottoposta a fatturazione, visto che la nostra amministrazione finanziaria va proprio a presumere la tassazione del provento. In realtà, le precedenti disposizioni di legge parlavano espressamente di una sottrazione del numero di tovaglioli dal totale per altri scopi specifici. A questo punto però, si può ben comprendere come delle incongruenze piuttosto gravi dal punto di vista del reddito d’impresa possano essere superate da tale analisi. Si è arrivati a queste conclusioni a seguito di una vicenda particolare, in base alla quale le Entrate di Bassano del Grappa avevano condotto una verifica su un ristorante per accertare la corretta implementazione delle normative tributarie.

 

Cassazione: niente imposta di registro per le università

 Le università italiane non possono essere considerate come degli organi dello Stato, ma piuttosto come degli enti pubblici dotati di autonomia propria: tale disposizione, posta in essere grazie all’introduzione della legge 168 del 1989 (“Istituzione del ministero dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica”), diventa molto utile anche dal punto di vista fiscale, visto che si può affermare con certezza che gli atenei non subiscono lo stesso regime tariffario statale per quel che riguarda l’applicazione di varie imposte, come quella di registro e quella catastale. La precisazione in questione, tra l’altro, è stata ribadita pochi giorni fa anche dalla Corte di Cassazione, la quale ha espressamente stabilito che gli acquisti immobiliari effettuati dalle università del nostro paese prevede la registrazione a tassa fissa per i trasferimenti posti in essere in favore dello Stato e dei vari enti pubblici territoriali.