Tabelle Redditometro

 Il redditometro tiene “sotto scacco” gli evasori fiscali; lo strumento ideato dal Governo permette al Fisco un controllo completo del reddito dichiarato e delle spese sostenute dai singoli, che vengono raccolte in sette tabelle con più di cento voci complessive.

L’idea di base è che per il possesso di certi beni o per l’acquisti di certi servizi deve necessariamente corrispondere un determinato reddito minimo, che possa giustificare la liquidità necessaria al pagamento dei beni o dei servizi. In parole povere ad ogni bene o servizio viene assegnato un determinato importo che moltiplicato per il coefficiente restituisce un importo.

Differenza tra spesometro e redditometro

 Tra gli strumenti a disposizione del fisco per prevenire e contrastare l’evasione fiscale, rientra anche lo spesometro, attivo dal 2011. Il sistema consente alle autorità di tracciare le spese oltre una certa soglia su cui vengono poi fatti gli accertamenti del caso; in pratica per ogni acquisto superiore ad una certa soglia (corrispondente a 3600 euro iva inclusa) il commerciante è costretto a richiedere il codice fiscale del cliente ed a comunicarlo all’Agenzia delle Entrate insieme alla cifra spesa per l’acquisto dei beni.

I dati raccolti vengono poi passati al vaglio alla ricerca di un elemento ben preciso; viene fatto un confronto tra le spese sostenute dal singolo e la sua dichiarazione dei redditi (che, in molte circostanze, non viene neanche fatta) e si valutano eventuali anomalie tra le spese sostenute (e quindi il tenore di vita) ed i guadagni dichiarati. 

Spesometro: come gestire in cassa le entrate maggiori di 1000 euro

 Tracciare i pagamenti significa permettere al Fisco di ricostruire tutti i movimenti che ha fatto il denaro: sapere da dove arriva, chi lo ha trasferito, a chi deve andare, per quale somma.  Per tracciare il denaro è necessario che il suo movimento sia effettuato attraverso strumenti tracciabili, quindi é impossibile con il denaro contante, che come sappiamo non ha nè nome nè possessore. Un pagamento in contanti può anche non esistere se non c’è alcun documento che lo supporti, se non c’è nulla che lo attesti, per cui affinchè un movimento sia tracciabile deve avvenire solo attraverso assegni circolari, bonifici ed altri strumenti.

EX regime dei minimi verso il semplificato

 Gli ex-minimi costretti a fuoriuscire dal regime e che entrano a partire da quest’anno nel nuovo regime agevolato, conservano alcune delle agevolazioni previste dalla disciplina originaria dei minimi. Rimane la possibilità di optare per il regime ordinario, l’esonero della registrazione e tenuta delle scritture contabili, delle liquidazioni e dai versamenti periodici Iva, dell’Irap; si dovrà comunque addebitare l’Iva in fattura (i minimi invece non sono soggetti a fattura). Il regime semplificato potrà essere utilizzato anche da coloro che provengono dal regime delle nuove iniziative produttive o da quello ordinario. Si può accedere al nuovo regime semplificato se, nell’anno solare precedente:

Spesometro e Agenzia Entrate, al via la sperimentazione

 A partire da quest’anno entra in vigore una novità di grande rilevanza dal punto di vista della politica fiscale e della lotta all’evasione: avete già sentito parlare dello spesometro. E’ un metodo attraverso il quale l’agenzia delle Entrate terrà sotto controllo i nostri acquisti, non tutti, ma solo quelli superiori a una certa soglia. Per tutti gli acquisti di valore superiore a 3000 sarà obbligatorio fornire il nostro codice fiscale al venditore, che a sua volta lo trasmetterà all’Agenzia delle Entrate. A questo punto l’amministrazione effettuerà delle verifiche: quanto abbiamo dichiarato? Quanto spendiamo in un anno? Le nostre spese superano quanto dichiarato?

Evasione fiscale: nel 2011 verrà introdotto lo spesometro

 I consumi privati diventeranno il nuovo punto di riferimento del 2011 per l’Agenzia delle Entrate e la sua lotta nei confronti dell’evasione fiscale: il nuovo anno verrà infatti caratterizzato da uno strumento piuttosto innovativo, quello che in molti hanno già ribattezzato come “spesometro”. Di cosa si tratta esattamente? Lo spesometro verrà utilizzato per dar vita a un accertamento sintetico ancora più approfondito, visto che altro non è che l’elenco da trasmettere all’amministrazione finanziaria da parte degli operatori economici, un novero che dovrà ricomprendere le stime più importanti in relazione all’Iva. Le novità in previsione sono già molte: si va dalla richiesta del codice fiscale al contribuente privato nell’ipotesi di acquisti di importi particolari, fissati adeguatamente dalle stesse Entrate, fino ad altri approfondimenti minuziosi, anche se la procedura in questione deve essere ancora limata e ultimata.