Dal 1° giugno Riccione introdurrà la sua tassa di soggiorno

 L’economia di Riccione si basa essenzialmente sul turismo: come interpretare allora l’introduzione della tassa di soggiorno da parte del comune romagnolo a partire dal prossimo 1° giugno? Si tratta di una delle misure stabilite dal consiglio comunale, il quale è stato chiamato ad approvare il bilancio d’esercizio relativo a quest’anno (vedi anche Nel 2014 Bolzano avrà la sua tassa di soggiorno). In aggiunta, vi sarà anche un apposito regolamento per l’applicazione del tributo in questione. Come è stato ricordato dal primo cittadino riccionese, Massimo Pironi, non si tratta ovviamente dell’unico caso in cui si è resa necessaria l’applicazione della tassa di soggiorno.

Nel 2014 Bolzano avrà la sua tassa di soggiorno

 La tassa di soggiorno continua a diffondersi a macchia d’olio in tutte le parti d’Italia: l’ultimo aggiornamento che merita di essere approfondito è quello relativo a Bolzano, visto che la provincia autonoma trentina ha fissato al 2014 il debutto del tributo in questione. Parecchi enti locali hanno capito che per fare cassa servono proprio misure di questo tipo, ma nel caso della tassa di soggiorno le polemiche sono sempre accese e roventi: in particolare, gli albergatori temono di perdere i consueti flussi turistici, con le persone in vacanza spaventate dai rincari.

I cambiamenti della tassa di soggiorno perugina

 Da tre giorni anche la città di Perugia ha la sua tassa di soggiorno: oggi, inoltre, sarà compito del Consiglio Comunale del capoluogo umbro esaminare nel dettaglio quali modifiche devono essere apportate al regolamento che è stato approvato ormai da quasi nove mesi. Uno dei cambiamenti più importanti è quello che prevede la fissazione dell’aliquota a un importo minimo di cinquanta centesimi a notte e per persone (in precedenza si era parlato di un euro, con una riduzione del 50% dunque), fino a un massimo di cinque euro. A cosa servirà di preciso tale gettito tributario?

Le polemiche sulla tassa di soggiorno valdostana

 Il Cpel valdostano (Consorzio Permanente degli Enti Locali) ha ricevuto ufficialmente la delibera relativa all’applicazione nel 2013 e negli anni successivi della tassa di soggiorno: anche nella regione settentrionale si fanno ora i conti con questa discussa imposta e le polemiche, come accade di consueto in questo caso, non mancano. La proposta è giunta sul tavolo del consorzio in questione, ma cosa è stato previsto nello specifico? Il documento dovrà essere valutato nel corso della giornata di domani dai sindaci della Valle d’Aosta, con il passaggio successivo che sarà rappresentato dal licenziamento da parte della giunta regionale.

Tassa di soggiorno: il Tar dà ragione agli albergatori di Licata

 È ancora e sempre la tassa di soggiorno a dominare le cronache fiscali più controverse: stavolta la regione protagonista è la Sicilia, visto che il Tribunale Amministrativo Regionale dell’isola ha deciso di accogliere il ricorso presentato dagli albergatori della città di Licata (provincia di Agrigento). Di fatto, con questa pronuncia si è arrivati all’annullamento vero e proprio del regolamento valido per questo comune, utile per disciplinare l’imposta. In pratica, il comune è stato condannato alle spese di giudizio e la situazione ha subito una sorta di rivoluzione. Il caso assomiglia molto a quello dello scorso mese di settembre, quando a Bologna si ricorse al Consiglio di Stato. La vicenda è presto detta.

Il successo della tassa di soggiorno a Bellagio

 Finora si è parlato della tassa di soggiorno sempre e soltanto in termini negativi, con i comuni e gli albergatori molto diffidenti e critici nei confronti dell’imposta in questione: c’è però la classica eccezione che conferma la regola e in questo caso si tratta di quella del comune di Bellagio, in provincia di Como. Il municipio lombardo, infatti, è uno dei più rinomati luoghi di villeggiatura del nostro paese e deve la sua fama alla posizione geografica, la quale è davvero pittoresca, con le Alpi in bella vista e una ramificazione del Lago di Como ad attrarre moltissimi turisti.

Tassa di soggiorno: a Bologna si ricorre al Consiglio di Stato

 La Federalberghi fa davvero sul serio sulla questione tassa di soggiorno: la giornata di domani, infatti, sarà determinante per il completamento del ricorso al Consiglio di Stato per quel che riguarda il blocco di questo provvedimento, almeno in relazione al comune di Bologna. Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia Romagna non aveva accettato lo stesso qualche tempo fa, ma la battaglia non è certo terminata. Che cosa verrà richiesto nello specifico? Non si tratta di una vera e propria sospensiva, ma di una udienza che intende mettere in luce l’urgenza di una discussione a tal proposito.

Legnano si oppone alla tassa di soggiorno

 È ormai una realtà fiscale che si è consolidata in moltissimi comuni d’Italia, ma Legnano ha deciso di opporsi per il momento alla tassa di soggiorno: il rifiuto è stato espresso direttamente dal settore alberghiero locale, preoccupato come questa imposta, la quale è a carico dei turisti, possa ridurre ancora di più le presenze di questi ultimi. Il comparto in questione è in crisi da tempo e un balzello simile non farebbe che peggiorare le cose, in sintesi è questa la posizione ufficiale. Secondo Paolo Ferrè, numero uno dei commercianti legnanesi, la tassa sta già sconvolgendo i portafogli dei turisti in tutte le regioni del nostro paese, di conseguenza si configura come un vero e proprio elemento che scoraggia le prenotazioni.

A Matera nuova tassa su bus turistici, camper e roulotte

 Matera potrà essere ribattezzata non soltanto “la città dei sassi”, ma anche quella delle tasse: questo nomignolo è più azzeccato alla luce di quanto deciso dal comune lucano, visto che sarà necessario sborsare una cifra compresa tra i sei e gli ottanta euro per far entrare bus turistici, camper e perfino roulotte. L’applicazione vera e propria dovrebbe avvenire a partire dal prossimo mese di settembre, ma è ovvio che le polemiche in tal senso sono già montate.

Tassa di soggiorno a Napoli: albergatori in rivolta

 La tassa di soggiorno è ormai realtà anche a Napoli: ci si sta abituando al fatto che la maggior parte dei comuni italiani si affidi a tale imposta per ottenere nuove risorse in grado di assestare i loro bilanci pericolanti. Nel caso della città partenopea esistono tariffe ben precise, vale a dire un euro per quel che riguarda gli alberghi che sono contrassegnati con due stelle, fino ad arrivare a un massimo di quattro euro per le strutture ricettive più lussuose. La misura fiscale in questione, invece, non ricomprende gli hotel che vantano una sola stella e i cosiddetti bed&breakfast, in modo da evitare che la tassa colpisca le fasce più giovani di età.

Tassa di soggiorno: il Tar Veneto dà ragione agli albergatori

 Il Tar del Veneto è stato davvero perentorio per quel che riguarda l’imposta di soggiorno: in effetti, secondo il Tribunale Amministrativo Regionale in questione, il comune non ha alcuna facoltà di imporre delle sanzioni agli albergatori nel caso in cui l’ospite della struttura ricettiva si rifiuti di pagare questa tassa. Gli obblighi che competono ai gestori sono infatti diversi e si riferiscono esclusivamente al pagamento di quanto è stato riscosso dal cliente, mentre invece la sanzione dovrebbe essere elevata nei confronti di chi si rende colpevole dell’omesso versamento del tributo pur avendo pernottato nelle strutture ricettive. La pronuncia del tribunale si era resa necessaria alla luce di un ricorso presentato dall’Ascom (Associazione di Commecianti) di Padova contro lo stesso municipio veneto.

La tassa di soggiorno e la stagione turistica imminente

 La stagione turistica per eccellenza, quella estiva, sta per cominciare e le discussioni sulla tassa di soggiorno sono ancora molto accese per la confusione che essa ha arrecato: il tributo in questione è stato infatti introdotto nel 2011, ma soltanto da qualche tempo si sta assistendo a una vera e propria diffusione nei vari comuni del nostro paese. Il settore turistico stesso non è d’accordo con tale iniziativa, ma si è dovuto adattare a una delle principali conseguenze del cosiddetto federalismo fiscale.

Via libera all’imposta di soggiorno anche a Senigallia

 Quando si parla di Senigallia in termini turistici, non si parla di una località qualsiasi: il comune marchigiano riesce infatti ad assicurarsi in maniera puntuale ogni anno la Bandiera Blu, il riconoscimento che certifica la qualità delle acque di balneazione. Questo “paradiso” sarà però d’ora in poi un po’ più caro a causa dell’imminente introduzione ufficiale dell’imposta di soggiorno. La data prevista in tal senso è quella del 1° maggio prossimo, quando la tassa sarà una realtà concreta nelle spiagge locali, con un quadro normativo che è ora completo e lineare, ma che nei mesi precedenti ha vissuto continue modifiche e revisioni. Quali caratteristiche avrà a Senigallia questo tributo?

La tassa di soggiorno di Chianciano Terme

 Chianciano Terme, in provincia di Siena, è conosciuta come la “città della salute”, ma a breve sarà anche un comune associato alla celebre e famigerata tassa di soggiorno: l’ultimo confronto tra la municipalità toscana e le varie associazioni coinvolte ha prodotto un risultato ben preciso, vale a dire gli importi con cui questa imposta verrà applicata a livello turistico. Si tratta di un euro che sarà richiesto dagli alberghi a quattro stelle, mentre l’ammontare scenderà nel caso di tre (ottanta centesimi) e uno-due stelle (cinquanta centesimi per la precisione). Lo stesso discorso vale anche per gli agriturismi. Il regolamento è quindi già fissato, bisogna soltanto sapere quando potrà diventare effettivo, anche se non si dovrà attendere molto, dato che le due alternative sono rappresentate dai prossimi mesi di maggio e giugno.