Le società fiduciarie dell Isole Cayman

 Qualche mese fa era giunto il momento di fare il punto sui paradisi fiscali nel 2012: una situazione particolare è quella che riguarda le Isole Cayman, il celebre arcipelago del Mar delle Antille, le quali si stanno rivelando l’approdo migliore a cui si affidano elusori ed evasori del Fisco per i loro beni e risparmi, rendendo questi ultimi non riconoscibili e irrintracciabili. Il metodo più sfruttato consiste essenzialmente nell’apertura di un apposito trust per proteggere gli assets finanziari, diversamente da quanto accade per l’avvio di un conto corrente bancario, per cui è obbligatorio essere in possesso di un domicilio locale.

Trust: le disposizioni fiscali in una circolare delle Entrate

 La circolare 61/E è stata pubblicata e resa nota dall’Agenzia delle Entrate già da qualche giorno (la data esatta è lo scorso 27 dicembre), ma le sue conseguenze si produrranno per tutto l’arco del 2011: il documento fiscale appena citato ha portato maggiore chiarezza nell’ambito del trust, soprattutto per quel che concerne l’interposizione nel possesso di determinati beni. Prima di approfondire la questione, comunque, è necessario capire meglio cosa si intende per trust. Questo istituto giuridico proviene direttamente dal sistema anglosassone (la cosiddetta “common law”) ed è volto a regolare molti rapporti giuridici di natura patrimoniale: sono quindi possibili diversi schemi a seconda della finalità che si vuole raggiungere, sia essa pensionistica che di diritto societario.

Scudo fiscale: emersione ammessa per asset detenuti tramite trust

 Allo scudo fiscale, approvato in Italia dal Governo per permettere il rientro di capitali e beni non regolarizzati e/o esportati in maniera illecita all’estero, è possibile aderire anche per quegli asset che si trovano all’estero e che sono detenuti attraverso un trust o una società fiduciaria. A precisarlo è l’Agenzia delle Entrate in concomitanza con il rilascio di una circolare, la numero 43/E nella quale vendono dettate linee operative cui lo “scudante” dovrà attenersi per avvalersi della procedura di emersione. L’Amministrazione finanziaria con la circolare, tra l’altro, ha colto l’occasione per rimarcare che per i soggetti che si avvalgono dello scudo fiscale scatta la tutela dall’inversione dell’onere della prova, che consiste nel fatto che gli “scudanti” dovrebbero dimostrare che gli asset ed i beni posseduti all’estero non siano frutto di evasione fiscale.