L’Ungheria ha deciso di fare sul serio per quel che concerne la lotta all’evasione fiscale: quest’ultima passa soprattutto dalle nuove misure che sono state introdotte dal governo di Budapest, in primis l’imposta retroattiva sui capitali evasi all’estero, la quale ammonta al 35%. L’aliquota in questione dovrà essere collegata soprattutto a quelle somme che si trovano in Svizzera, ragione per cui la nazione magiara è pronta a chiedere informazioni dettagliate agli istituti di credito della Confederazione elvetica.
Ungheria
Le novità fiscali ungheresi del 2013
Ci sono tante novità fiscali che l’Ungheria si appresta a conoscere nel nuovo anno: è stato infatti presentato un apposito disegno di legge che illustra nel dettaglio tali misure, in modo da rendere il sistema fiscale più snello ed efficace, sostenendo allo stesso tempo le famiglie. Di che tipo di proposte si tratta nello specifico? Sarà il Parlamento magiaro a decidere se adottarle o meno e i campi interessanti sono tra i più diversi. Il perno fondamentale del testo normativo è costituito dall’imposta sui redditi individuali, su quella relativa ai redditi d’impresa e quella sul valore aggiunto (Iva).
L’Ungheria introduce la tassa sulle telefonate
Anche le telefonate diventano una materia fiscale di primo piano, almeno per quel che concerne l’Ungheria: il governo di Budapest ha infatti deciso di introdurre una imposta che verrà applicata proprio in questo specifico ambito, vale a dire un centesimo di euro per ogni singolo minuto di conversazione che sarà effettuato al telefono. Il voto risale alla giornata di ieri presso il Parlamento magiaro, con la maggioranza del partito conservatore Fidesz che è riuscito ad avere la meglio da questo punto di vista. L’obiettivo che si intende perseguire è presto detto, ovvero il ridimensionato deciso del deficit di bilancio, almeno tre punti percentuali di prodotto interno lordo nel corso di quest’anno. In questa maniera, inoltre, sarà anche possibile sbloccare tutti quei fondi di coesione che di solito sono garantiti dalla Commissione Europea. Si conoscono già le aspettative in merito al gettito fiscale di questa tassa.
Tassa sugli sport estremi? In Ungheria ci pensano seriamente
Non manca certo la fantasia all’Ungheria per quel che concerne la ricerca di nuove risorse fiscali, ormai la nomenclatura delle tasse si arricchisce di novità su novità: l’ultima in ordine temporale è quella che si riferisce agli sport estremi, visto che il governo di Budapest ha ricevuto una proposta formale in tal senso dall’Alleanza Strategica degli Ospedali. Quest’ultima associazione ha infatti suggerito di imporre un determinato carico tributario su quei contribuenti che sono soliti praticare quegli sport che vengono considerati particolarmente pericolosi. Gli esempi sono celebri, si va dal bungee-jumping fino al rafting, passando per il parapendio, l’arrampicata e perfino alcuni tipi di tuffi. Il progetto è piuttosto articolato: in effetti, l’obiettivo è quello di colpire coloro che mettono a serio repentaglio la loro vita e il loro corpo, con danni che possono diventare anche permanenti.
Ungheria, una nuova tassa per contrastare l’obesità
Gli alimenti e i cibi che contengono molto zucchero e molti grassi sono praticamente presenti dappertutto, ma l’Ungheria ha deciso di contrastare in maniera più efficace i problemi legati all’obesità: il Parlamento di Budapest dovrebbe infatti dar vita a breve a una apposita tassa che sia in grado di colpire i principali responsabili degli aumenti di peso. L’imposta in questione, già ribattezzata col nome di “Chips Tax”, entrerà in vigore il prossimo 1° settembre ed è stata studiata per colpire bevande e cibi con due specifiche aliquote, vale a dire quella del 5% e quella del 20%. Ma qual è la reale struttura di questo tributo? Le tabelle sono già state predisposte, ad esempio sono previsti cinque fiorini per ogni litro di bevande zuccherate che presentano un contenuto di frutta piuttosto basso (inferiore al 25%), mentre altri cento fiorini sono quelli che devono essere sborsati per ogni quintale di dolci.
La novità fiscale dell’Hamburger Tax
Chi poteva immaginare che perfino il cibo spazzatura divenisse oggetto dell’imposizione fiscale? La realtà ha invece superato la fantasia e ancora una volta l’Ungheria si è segnalata per questa novità: a conti fatti, però, sono in molti che storcono il naso al solo pensiero di una tassa simile, la quale andrebbe a coinvolgere diversi cibi, come ad esempio, il caffè, i formaggi e le bevande, ma soprattutto due tipici alimenti spazzatura, vale a dire gli hamburger e le patatine fritte. Vita dura per i più golosi? La cosiddetta “hamburger tax” potrebbe trovare terreno fertile a Budapest e dintorni già nei prossimi giorni, una sorta di compensazione nei confronti di tutto quel denaro che viene stanziato per le cure sanitarie di malattie collegabili al cibo: diabete e obesità sono dunque visti come troppo costosi e il nuovo tributo non è altro che la soluzione finale. Tra l’altro, la produzione in questione comporta sprechi eccessivi di acqua e allevamenti fin troppo intensivi.
Ungheria: il governo ridurrà la Flat Income Tax
È il settore fiscale l’ambito su cui è maggiormente concentrato il governo di Budapest: l’Ungheria sta infatti pianificando nel dettaglio una revisione al ribasso della propria Flat Income Tax, la tassa piatta e non progressiva che è prevista anche in altri paesi del Vecchio Continente. I tagli in questione, comunque, richiederanno il voto da parte di una maggioranza consistente del Parlamento, vale a dire i due terzi del totale, una circostanza più volte ribadita dal ministro dell’Economia, Gyorgy Matolcsy. Su cosa si interverrà di preciso? In particolare, si cercherà di venire maggiormente incontro alle esigenze delle famiglie, in primis quelle con figli a carico; i cardini da puntellare sono dunque quelli della proporzionalità tributaria e dei nuovi livelli di applicazione.
Ungheria: l’Alta Corte annulla la tassa sulla liquidazione
L’Alta Corte di Budapest ha deciso di annullare nel corso della giornata odierna la tassa imposta in modo retroattivo dal governo ungherese sulla liquidazione del settore pubblico: si tratta della seconda volta che tale imposta, la quale prevede un’aliquota del 98%, subisce questa sorte, anche se altre modifiche controverse dal punto di vista tributario (soprattutto in relazione alle pensioni) sembrano improbabili. Il periodo a cui ha fatto riferimento questa sentenza è il quinquennio che va dal 2005 al 2009 e si sa già che chi ha versato il relativo contributo dovrà essere rimborsato. Da quanto emerge, inoltre, l’applicazione della tassa sui redditi del 2010 sarebbe stata possibile soltanto mediante un’apposita legislazione; in assenza di essa, non c’è alcun motivo di introdurre il tributo, mentre gli effetti continueranno a essere prodotti per tutta la durata del 2011. Il partito magiaro Fidesz si è già scagliato contro la pronuncia in questione, affermando che quest’ultima è contraria agli interessi nazionali.
Ungheria: una tassa speciale per le case farmaceutiche
Le compagnie farmaceutiche presenti in Ungheria sono pronte ad accettare una nuova tassa speciale che vada a colpire i loro introiti, una notizia che è trapelata qualche giorno fa e che si sta arricchendo di nuovi particolari nelle ultime ore: la motivazione di una scelta di questo tipo deve essere rintracciata nel consistente calo subito dall’indice azionario magiaro, il Bux, il quale ha messo in luce le difficili condizioni dell’economia di Budapest. Questo indice, tra l’altro, comprende proprio tali colossi del settore, tra cui Gedeon Richter, la maggiore società del paese che è riuscita a perdere anche tre punti percentuali nel corso dell’ultima settimana, indebolendosi fino a quota 38,130 fiorini, il livello più basso di aprile. Egys Nyrt, invece, ha fatto registrare un calo pari al 2,1%, mettendo a segno una preoccupante serie nella stessa direzione. L’imposta in questione è stata accettata soltanto a condizione che i profitti extra delle aziende saranno utilizzati per aumentare gli stipendi di dottori e infermieri, così come è stato specificato dall’Hungarian Association of Drugmakers.
L’Ungheria è pronta ad abolire le tasse anti-crisi nel 2012
Il governo ungherese ha mostrato la propria disponibilità ad abolire le crisis tax nei settori delle telecomunicazioni, del commercio al dettaglio e dell’energia dopo il 2012: la presa di posizione della nazione magiara non è di poco conto, anzi si inquadra perfettamente nella riforma straordinaria del fisco che verrà avviata a partire dal 2013, così come ha annunciato anche il segretario di Stato del ministero dell’Economia, Andras Karman. Lo stesso Karman ha precisato come i tributi aggiuntivi verranno completamente eliminati il prossimo anno grazie alle misure implementate dal governo di Budapest, a conferma che la ripresa economica è partita in maniera soddisfacente a queste latitudini. Il segretario ha inoltre chiarito come l’esecutivo ungherese sia pronto a pianificare un miglioramento del budget di bilancio di circa 550 miliardi di fiorini (2,8 miliardi di dollari) sempre nel 2012, mentre gli incrementi economici saranno pari a 900 milioni di fiorini nel 2013 e nel 2014.
Ungheria, nuove misure fiscali dal secondo plan action
Gli ultimi lavori del Parlamento ungherese sono stati intensi, se è vero come è vero che da Budapest sono giunte novità importanti che riguardano da vicino l’ambito fiscale: in particolare, le innovazioni sono state di larga portata, comprendendo sia le persone fisiche che quelle giuridiche, ma anche le imprese. Analizziamo dunque nel dettaglio queste misure. Una delle introduzioni più interessanti è senza dubbio quella della flat tax, la quale verrà applicata nella misura del 16% sui redditi dei contribuenti, ma anche la cosiddetta “crisis tax” avrà degli effetti di rilievo per il sistema economico nazionale. Tutte queste novità sono contenute nel second economic action plan, il quale si è posto come obiettivo principale quello di allineare il bilancio dell’Ungheria ai dettami dell’Unione Europea entro la fine del 2011.
Polonia: nuove tasse sul sistema bancario frenano Unicredit
Secondo alcune indiscrezioni, il Governo polacco potrebbe introdurre per la fine dell’anno nuove tasse per 350/400 milioni di euro a carico del sistema bancario. Unicredit controlla la Bank Pekao, detenendone una quota importante. Potrebbe essere stata “contagiata” dall’Ungheria? Quest’ultima infatti, contravvenendo alle indicazioni del Fondo monetario internazionale e dell’Unione europea, tramite il parlamento di Budapest, a larga maggioranza (301 voti a favore e 12 contrari), ha approvato un pacchetto di misure economiche che prevede una tassa salata per gli istituti di credito e le compagnie di assicurazione. Tenendo conto che la quota di Unicredit in Bank Pekao è del 60%, una prima stima indicativa della maggior tassazione si aggira attorno ai 40/50 milioni di euro, un colpo non troppo duro per l’istituto finanziario contando che sarà un impatto pari al 2/3% dell’utile netto, ma non sono pochi a immaginare che la banca poi decida di aumentare dei costi, in altri Paesi, per colmare la lacuna in Polonia.