Con l’introduzione della nuova tassa sui rifiuti, la famosa Tares, si pensa di fornire l’accesso ai dati sulle superfici immobiliari per verificare la correttezza del pagamento proprio ai Comuni. Esistono due software, denominati “Portale per i Comuni” e “Sistema di interscambio” che i Comuni possono utilizzare per venire a conoscenza dei dati relativi alla superficie delle unità immobiliari a destinazione ordinaria, iscritte in catasto e corredate di planimetria.
Si deve calcolare il valore medio di produzione rifiuti, che varia a seconda delle famiglie e delle imprese e poi si applica un coefficiente sull’80 per cento della superficie dell’immobile. Inoltre si tiene conto anche del numero di persone che vivono all’interno di una unità immobiliare, e sulle imprese che producono più rifiuti.
Dunque, si può controllare se il contribuente abbia dichiarato la giusta dimensione della propria abitazione o di altre unità immobiliari, ai fini del pagamento Tares; sarà sempre più difficile ingannare il Comune sui metri quadri della propria abitazione e pagare questa nuova tassa che ricordiamo – a dicembre – ci attende con il conguaglio finale. La tassa sui rifiuti è composta da una parte fissa e da una parte variabile ma sono sempre i Comuni che possono decidere l’importo in totale autonomia in base alla variabilità delle situazioni e delle esigenze locali.
Ricordiamo che per pagare la Tares si può utilizzare il servizio telematico gestito da PosteItalianeS.p.A, dove il contribuente riceverà la conferma dell’avvenuta operazione insieme all’immagine virtuale del bollettino che costituisce la prova del pagamento.
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