In Italia hanno deciso di far rivoltare nostri cari nella tomba. Dopo la “tassa sui morti” in provincia di Napoli, anche il capoluogo ha deciso di non lasciar in pace coloro che sono passati a miglior dimora ai quali fa recapitare una bella tassa, che però incomberà ovviamente non sui diretti interessati ma sugli interdetti eredi.
Oltre alla tassa sui matrimoni, che il sindaco Alemanno si e’ subito rimangiato dopo la denuncia del Pd, ha posto una tassa anche sulle cremazioni che fino ad oggi erano gratuite per i romani (a pagamento solo per i non residenti)”.
Commenta il consigliere comunale del Pd Athos De Luca, Vicepresidente della Commissione Ambiente.
Veloce la risposta di Federico Guidi, presidente della commissione Bilancio del Comune di Roma:
Eravamo gli unici, tra i comuni d’Italia, a non fare pagare le spese di cremazione, soprattutto in considerazione del fatto che in passato questi servizi ammontavano ad un totale di circa mille l’anno. Ad oggi il numero e’ cresciuto esponenzialmente, nel 2008 le cremazioni sono state circa 7700 e le proiezioni fanno pensare che arriveremo oltre le diecimila. Tutto cio’ ha comportato, inevitabilmente, una lievitazione dei costi. Se un cittadino dovesse rivolgersi esclusivamente a delle agenzie specializzate, per questi stessi servizi sarebbe costretto a sborsare importi rilevanti. Il Comune, invece, in questo modo fa risparmiare notevolmente i cittadini. L’onorevole De Luca dovrebbe, dunque, cessare di fare propaganda e creare polemiche inutili.
Ma De Luca, per nulla scorgaggiato dall’invito a tacere ribatte prontamente :
Si tratta dell’ennesima gabella che il sindaco vorrebbe imporre ai romani, é un errore disincentivare con questa nuova tassa le cremazioni, poichè il ricorso a questo metodo, ammesso anche dalla chiesa, fa risparmiare notevolmente sui costi per la realizzazione dei nuovi loculi e l’acquisizione di nuove aree. Infatti nello spazio di un solo loculo possono trovare posto numerose urne cinerarie, ed é possibile in base alla legge, con 120 euro trasferire l’urna presso la propria abitazione o disperdere le ceneri, in mare, in campagna o in altri luoghi, secondo un uso invalso in numerosi paesi. Quindi oltre alla nuova tassa per il fine vita dei romani, fino a 448 euro, che dovrebbe entrare in vigore dal primo semestre 2009, si rischia di disincentivare l’uso della cremazione con un ulteriore aggravio di spesa per la realizzazione di nuovi loculi tradizionali.
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