Da quello che so di testamento ce n’è uno solo, ed esso nomina l’avvocato John Branca e l’impresario musicale John McClain esecutori testamentari di Michael Jackson. Voglio essere chiaro: da oggi al timone della nave ci sono solo Branca e McClain.
Questa la sentenza dei giorni scorsi del giudice Mitchell Beckloff, che ha escluso Katherine Jackson dall’amministrazione del patrimonio del figlio scomparso. La donna avrà solo la possibilità di dimostrare l’esistenza di presunti “conflitti di interesse” per far sì che John Branca non amministri la successione del re del pop.
Così, mentre i fans di Michael Jackson ne piangono ancora la scomparsa (forse più dei familiari), anche il fisco statunitense prende la sua parte: potrebbe appropriarsi di almeno 80 milioni di dollari di tasse di successione. Il patrimonio di Jackson non è stato ancora accertato ma nel 2007 aveva dichiarato 567,6 milioni di dollari di attività e 333,1 milioni di dollari di debiti, per un netto totale di 236 milioni di dollari, ecco quindi una tassa di circa 80 milioni di dollari.
Così gli eredi di MJ saranno costretti probabilmente a vendere ville o altre attività o a chiedere un pagamento rateale (possibile un pagamento rateale distribuito su un massimo di 14 anni), anche perchè il fisco ha affermato che non accetterà né proprietà immobiliari né canzoni, ma solo denaro contante.
Le donazioni a istituti o fondazioni benefiche non sono soggetti a tassazione. Nel suo testamento MJ ha lasciato il 20% del suo patrimonio in beneficenza.
Questi gli averi e gli oneri di uno dei più magici cantanti della storia, che ha iniziato la propria carriera a soli cinque anni nel gruppo di famiglia Jackson Five e che nel 1982 fu conclamato come solista diventando l’artista pop di maggior successo di tutti i tempi grazie a Thriller, che é ancora oggi l’album più venduto nella storia della musica e lo rimarrà sicuramente per molto.
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