Sono lontani i tempi in cui qualcuno disse: “Gratuitamente avete ricevuto gratuitamente date”. Se volete appartenere a una chiesa dovete pagare una tassa, obbligatoriamente. E se proprio non ne volete sapere, l’unico modo per sottrarsi a questo balzello é la scomunica. In pratica occorre prendersi la briga di andare in una sorta di tribunale amministrativo e firmare una dichiarazione in questo senso, per cancellare il proprio nome dagli elenchi dei battezzati. Un atto a cui potrebbero arrivare le persone non solo per presa di posizioni polemiche o mere questioni di principio, ma anche per motivi economici, dovuti alla scarsità di denaro.
Ma partiamo dal principio: siamo in Germania dove é in vigore un sistema tramite il quale ogni fedele devolve alla propria Chiesa una tassa annuale che ammonta al dieci per cento delle imposte che paga allo Stato. Quest’ultimo quindi, solo dopo aver riscosso il denaro, lo distribuisce alla Chiesa di appartenenza del contribuente. Non ci sarebbe quindi nulla di male, secondo taluni, anche perchè il principio sarebbe che ogni fedele paga la sua chiesa, ma bisogna sottolineare che il balzello é obbligatorio. Per cui se qualcuno volesse dichiararsi ateo dovrebbe rivolgersi al tribunale. E se dovesse semplicemente cambiare religione, dovrebbe rivolgersi comunque al giudice affinchè il suo gettito passi alla nuova chiesa?
Personalmente non ritengo sbagliato il fatto che le persone siano chiamate a decidersi, a dire: “Sì, io faccio parte della Chiesa, e sono disposto a pagare per sostenere le sue opere” – ha detto l’arcivescovo di Monaco e Frisinga, il cardinale Reinhard MarxCerto -. Molto è migliorabile, ma io non penso che questo sistema sia superato. Ogni Chiesa ha le sue vicende particolari, la sua storia particolare, e occorre tenerne conto e rispettarla. E poi la tassa la paga solo chi gode di un reddito da lavoro, ossia un terzo della popolazione, ed è proporzionata al reddito.
1 commento su “Tassa sui fedeli in Germania”
I commenti sono chiusi.