Una tassa sulle grandi ricchezze, ovverosia sui contribuenti italiani ricchi e ricchissimi, il 5% circa, ragion per cui ne sarebbe comunque esentato il 95% dei cittadini. E’ questa la proposta della Cgil al fine di reperire risorse, fino a possibili 18 miliardi di euro annui, da andare a redistribuire alla collettività, a partire chiaramente dai più bisognosi. Questa tassa sulle grandi ricchezze, in accordo con quanto spiega il più grande Sindacato italiano, si andrebbe ad applicare solamente su quelle famiglie la cui ricchezza complessiva supera il livello degli 800 mila euro; quindi, ai fini del raggiungimento o meno di tale limite andrebbero conteggiate le case, ma anche le giacenze nei conti correnti e gli investimenti in azioni, titoli di Stato ed obbligazioni.
In vista dello sciopero generale proclamato dalla Cgil per il prossimo 6 maggio del 2011, il Dipartimento Politiche economiche del Sindacato ha così formulato una proposta che, tra l’altro, porterebbe per le casse dello Stato ad incassi pari a quasi dieci miliardi di euro solamente applicando una tassazione sulle grandi ricchezze pari a solo lo 0,55%, mentre con l’aliquota all’1% le risorse, come sopra accennato, arriverebbero a 18 miliardi di euro.
In merito a tale proposta la Cgil alla nuova potenziale tassa ha dato anche un nome, l’IGR, ovverosia l’Imposta sulle Grandi Ricchezze che renderebbe il fisco un po’ più equo dopo che in questi ultimi tre anni, a causa della crisi finanziaria ed economica, anche tantissime famiglie del cosiddetto “ceto medio” si sono ritrovate a fare i conti con la pessima congiuntura.
L’IGR formulata dalla Cgil andrebbe a liberare ogni anno risorse pari a quelle di una Legge di Stabilità di medie dimensioni e, come sopra accennato, riporterebbe un minimo di equità visto che nel nostro Paese quasi il 45% del totale della ricchezza netta è posseduto dal 10% circa delle famiglie italiane secondo quanto reso noto di recente, con un Rapporto, dalla Banca d’Italia.
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