Alcuni la chiamano “pandemia globale”, il termine medico adatto é: obesità. Sembra che entro 20 anni il 50% della popolazione sarà obesa. E’ allarme nel mondo medico per i ritmi di crescita della popolazione molto in carne. Secondo uno speciale pubblicato su ‘Lancet’, entro il 2030 quasi una persona su due (lo studio si riferisce nello specifico a USA e Gran Bretagna) soffrirà di questo problema. Il rimedio? Una tassa sul junk food. Un balzello su tutto quello che è malsano e che fa lievitare taglie e bilancia. Sono necessarie azioni più dure, compresa la tassazione del ‘junk food’, da parte di tutti i governi per contrastare questa situazione che colpisce sempre più persone.
È questa l’affermazione di un gruppo di ricercatori internazionali, e sempre sulla rivista specializzata Lancet, hanno sottolineato che nessun Paese è venuto a capo del problema. I cambiamenti nella società, hanno denunciato, hanno reso sempre più difficile vivere in modo sano e al giorno d’oggi soprattutto per i giovani sembra quasi difficile vivere senza hamburger e patatine. Steven Gortmaker, docente dell’Harvard School of Public Health, spiega che dalla valutazione di 20 interventi collaudati per frenare l’obesità è emerso ci sono delle misure che in effetti potrebbero contrastare questa “pandemia”. Precisamente ci sono 8 di queste misure che potrebbero permettere di risparmiare spese e migliorare la salute.
Si va dalla tassa su cibo e bevande malsane alle restrizioni al marketing destinato ai bimbi, fino ai programmi scolastici finalizzati per sensibilizzare bambini e ragazzi a promuovere il cibo salutare. E’ stato sottolineato che occorre prevedere misure tarate sui bambini perché “hanno ancora taglie piccole”, intervenendo quindi al più presto possibile, in giovane età. I bambini hanno bisogno di meno interventi rispetto agli adulti che hanno accumulato 40 o 50 chili in più nella loro vita. Per il momento la tassa sul junk food rimane solo un’ipotesi, vedremo se più in là avrà modo di concretizzarsi.
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