Le polemiche sulle tasse sono praticamente all’ordine del giorno in Italia, ma quella relativa alla città di Cagliari merita un cenno maggiore. In effetti, il capoluogo sardo è in fermento a causa di tutti quei commercianti che hanno ricevuto una cartella che prevede il pagamento di una specifica quanto bizzarra imposta: si tratta della cosiddetta “tassa sull’ombra”, un tributo che fa più che discutere, dato che prevede il pagamento per la zona di ombra che viene proiettata dalle insegne (bastano anche pochi centimetri) e che poi si forma nei marciapiedi. Il meccanismo funziona in base a quanto queste insegne sporgono dal muro.
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I commercianti si sono ribellati in maniera evidente, anche perché sono già costretti a pagare per diversi rincari, senza dimenticare il fatto che tale tassa non comporta alcun tipo di servizio, quindi si fatica a capirne l’utilità. La Confesercenti ha precisato che le somme di denaro previste non sono alte e proibitive, ottanta euro l’anno per la precisione, ma il fatto che si sia tornati a puntare su un’imposta simile dopo diverso tempo e per giunta in un momento economico critico e difficile fa senza dubbio riflettere. La stessa associazione ha suggerito di istituire una apposita commissione che possa vigilare sulla correttezza e legittimità del tributo.
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La polemica, comunque, si riferisce anche a una serie di altre tasse che sono state recapitate sia ai commercianti stessi che ai cittadini privati, nonostante la tassa sull’ombra abbia attirato su di sé le attenzioni maggiori. In effetti, quest’ultima è stata istituita con un’apposita legge nel lontano 1997, ma la sua applicazione a un numero davvero esiguo di comuni nel nostro paese. Tra l’altro, la Confesercenti è convinta che il comune sardo sia in possesso della soluzione più utile per placare gli animi, magari un vantaggio presentato sotto forma di servizio aggiuntivo.