A meno di clamorosi dietrofront dell’ultima ora, sta per scattare in Italia una vera e propria rivoluzione in materia di tassazione degli investimenti. Attualmente, lo ricordiamo, si paga il 12,5% di tasse sui guadagni di Borsa, ma anche sui titoli di Stato, mentre sui prodotti del risparmio postale, ad esempio i libretti, ma anche sui conti correnti e sui conti di deposito, la tassazione è al 27%. Ebbene, in linea con quanto reso noto nella giornata di ieri in Parlamento da Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze, si intende armonizzare tale tassazione sui livelli europei e su un’unica aliquota, al 20%. Non saranno comunque toccati i titoli di Stato, ovviamente per non renderli meno appetibili in una fase di grande volatilità; di contro, e di conseguenza, dovrebbero invece essere tassati di più, con una tassazione aggiuntiva del 7,5%, i guadagni di Borsa, ma anche i rendimenti su prodotti a basso rischio come i pronti contro termine.
Per conoscere tutti i dettagli di questa armonizzazione occorrerà attendere un apposito Decreto che il Governo è chiamato ad approvare con urgenza nei prossimi giorni se non nelle prossime ore. Trattasi, nello specifico, del Decreto che permetterà di anticipare gli effetti della manovra triennale di un anno; in questo modo l’Italia punta, anche dietro alle pressioni della Bce, la Banca centrale europea, ad anticipare il pareggio di bilancio dal 2014 al 2013.
Dall’armonizzazione sulla tassazione degli investimenti ad uscirne vincenti saranno invece prodotti come i conti di deposito remunerati, attualmente tassati al 27%. Questo dovrebbe contribuire a rendere ancora più appetibili, visto che si guadagnerà di più, prodotti come il Conto Arancio di Ing Direct, il Conto Deposito di CheBanca! e, tra gli altri, anche Rendimax di Banca Ifis. Tutti questi prodotti, lo ricordiamo, sono a costi di gestione, apertura e chiusura pari a zero euro, e non si paga neanche l’imposta di bollo.
Raddoppio delle tasse sui miei risparmi?
Caro PdL, alle prossime elezioni attaccati al tram.