La tassazione degli investimenti ha due “scaglioni” ben diversi per lo Stato Italiano; il primo riguarda gli investimenti azionari e in derivati (o meglio, tutto quello che non sono titoli di Stato) ed è pari ad un’aliquota del 20% sul capital gain. Per quanto riguarda invece i titoli di Stato Italiani la ritenuta sui guadagni è pari al 12.5% e viene corrisposta in automatico al conseguimento dei guadagni e quindi ad investimento concluso.
L’aliquota del 12.5% interessa tutte le emissioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze (BOT, BTP, CTZ, CCT) ed è il risultato delle ultime disposizioni in merito che hanno rivisto al rialzo l’aliquota per gli altri investimenti (che prima era uguale al 12.5% dei titoli di Stato).
L’enfasi sui titoli di Stato italiani e non e sopratutto il lancio del nuovo BTP Italia sembrano riportare alla luce la questione della ritenuta e dell’eventuale aumento; l’idea è infatti che dopo aver pubblicizzato tanto lo spread Btp-Bund e quindi aver portato l’attenzione degli investitori sui propri prodotti, lo Stato Italiano sia finalmente nelle condizioni di aumentare la tassazione garantendosi un buon ritorno, vista la diffusione dei BTP nei clienti retail.
Il lancio del nuovo BTP Italia indicizzato all’inflazione accentua l’interesse degli investitori italiani e probabilmente alimenterà la questione sulla ritenuta; le previsioni per il momento vedono un 2012 in linea con il 2011 dal punto di vista fiscale per gli investimenti in Italia, ma le sorprese del Governo Monti potrebbero continuare e non si esclude che prossimamente ritoccherà anche questo aspetto già rivisto in tempi meno sospetti.
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