Non sono pochi gli esempi e i precedenti che riguardano le tasse di Ryanair, la più celebre tra le compagnie aeree low cost: in particolare, proprio un anno fa ha fatto molto discutere la tassa sull’obesità. In aggiunta, non si può nemmeno dimenticare quando Ryanair ha alzato le proprie tariffe e annunciato due nuove tasse. Stavolta, invece, l’appellativo di “tassa Ryanair” se lo è meritato un provvedimento che è contenuto all’interno del Decreto Sviluppo. In effetti, il primo comma dell’articolo 38 (quello dedicato alle disposizioni finanziarie per la precisione) fa riferimento al diritto aeronautico.
In pratica, l’espressione “base aerea” serve per identificare i locali e le infrastrutture con cui un’impresa esercita in modo stabile e abituale un’attività di trasporto. Inoltre, un vettore che ha una licenza rilasciata da un altro membro dell’Unione Europea diverso dall’Italia viene considerato stabilito nel nostro territorio proprio quando ricorrono tali presupposti. Questo vuol dire che in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la stessa Ryanair avrà l’obbligo di assumere i propri dipendenti italiani in base alle norme che sono in vigore nel nostro paese. Insomma, la misura non può che essere accolta in maniera negativa dalla compagnia nordeuropea, dato che fino ad oggi si era riusciti a non avere nessun dipendente con base in Italia, parlando in maniera molto più generica di “personale di passaggio”.
Con quest’ultima definizione, infatti, Ryanair riusciva a trarre dei vantaggi molto importanti dal punto di vista fiscale, sfruttando la normativa irlandese per quel che concerne i contributi previdenziali e le imposte, senza dubbio meno costosa. L’articolo del decreto è però chiarissimo e lo si dovrà rispettare. Tra l’altro, il vettore irlandese si è spesso trovato al centro delle polemiche in Italia per questi motivi, applicando dei contratti domestici al personale nostrano, nel tentativo di scongiurare a tutti i costi la previdenza e i tributi italiani (anche molti colossi internazionali si affidano all’Irlanda e alla sua normativa fiscale più leggera).
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