Il sindaco Cialente lancia l’appello alla mobilitazione, perché la decisione del governo di non prorogare la restituzione delle tasse pesa su tutti i cittadini colpiti dal terremoto e avrà un impatto negativo sulla città, sostiene il sindaco. L’Aquila é fuori dal maxi-emendamento alla legge di stabilità approvato dal governo: niente rinvio delle tasse e abbattimento del 60% degli importi da restituire. Il che significa dover rendere in un’unica soluzione le rate relative al 2011 sena rinvii e sconti per i terremotati de L’Aquila. Il commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi, mercoledì sera a Roma ha tentato di ottenere almeno l’abbattimento degli importi da restituire, ma sembra che nulla sia stato concesso.
L’altra sera il consiglio dei ministri – ha sottolineato Chiodi – era pronto a inserire la decurtazione delle tasse da restituire (ma non un nuovo rinvio) nel decreto che poi è saltato. Per cause ormai note a tutti, il governo è stato costretto a ripiegare su un maxi-emendamento. L’Aquila non figura nel testo, ma la partita è ancora aperta perché c’è la volontà di affrontare il problema o attraverso l’inserimento in extremis nel maxi-emendamento, (l’iter potrebbe però rivelarsi troppo lungo) o con un decreto che potrebbe rendere tutto più semplice. Una cosa è certa: Letta non ha dimenticato gli impegni assunti.
Il sindaco Massimo Cialente decide così di convocare associazioni di categoria, sindacati, parlamentari, sindaci e rappresentanti delle istituzioni:
Occorre una riunione al Comune per organizzare la necessaria mobilitazione contro la decisione del governo – afferma deciso il sindaco -. La battaglia decisa per il rinvio delle tasse è necessaria per la sopravvivenza stessa dell’economia della città. È oggettivamente impensabile che il cratere, nel quale nulla è stato fatto per avviare la ricostruzione fisica e socio-economica, possa reggere all’impatto, che sarebbe poi un secondo terremoto. La mobilitazione di tutte le coscienze della città è la battaglia per il futuro dell’Aquila.