Le tasse locali pesano meno sugli stipendi degli italiani. Per essere precisi: le tasse aumentano, ma meno che negli ultimi anni. Le entrate fiscali degli enti locali infatti, sono aumentate del 31%, passando dai 77,9 miliardi euro registrati nel 1998 ai 104,1 miliardi del 2008. Lo rileva uno studio della Cgia di Mestre:
Si tratta di una crescita significativa, ma comunque molto più contenuta di quanto avveniva negli anni scorsi quando l’aumento, rispetto al decennio precedente, toccava punte superiori al 100%.
L’aumento delle imposte locali – afferma il segretario della Cgia, Giuseppe Bertolussi – é frenato dalla stabilizzazione degli importi richiesti dagli enti locali ai loro cittadini e dall’abolizione dell’Ici sulla prima casa avvenuta lo scorso anno.
Sicuramente molte amministrazioni locali – continua Bertolussi – mantengono alte le tasse sui propri cittadini, e non sempre alle imposte pagate corrispondono dei servizi qualitativamente e quantitativamente accettabili. Tuttavia va ricordato che, negli ultimi anni, soprattutto i Comuni hanno assunto un gran numero di nuove competenze e di nuove funzioni senza ricevere in cambio un corrispondente aumento dei trasferimenti, anzi: la situazione dei conti pubblici a livello nazionale ha costretto lo Stato centrale a ridurli progressivamente creando non pochi problemi di bilancio a tante piccole realtà amministrative locali che si sono ‘difese’ aumentando imposte e tasse locali.
Infine il segretario auspica al più presto possibile la riforma sul federalismo fiscale che da un lato, secondo Bertolussi, responsabilizzerà maggiormente gli amministratori locali, e dall’altro consentirà a questi ultimi di trattenere sul loro territorio gran parte delle risorse prodotte dai propri cittadini.
Federalismo fiscale significa decentramento del gettito fiscale. In pratica, le tasse che ora paghiamo allo Stato entrerebbero nelle casse delle regioni di residenza. Di conseguenza, le tasse dei piemontesi verrebbero usate (l’ente locale le userà per erogare servizi) dai piemontesi, quelle dei siciliani dai siciliani, e così via. In questo modo ogni ente gestirebbe le proprie entrate.
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