C’e una norma di diritto naturale che dice che se c’è uno Stato che chiede un terzo di quanto guadagni allora la tassazione ti appare una cosa giusta. Ma se ti chiede il 50-60% di ciò che guadagni, come accade per le imprese, ti sembra una cosa indebita e ti senti anche un pò giustificato a mettere in atto procedure di elusione e a volte anche di evasione.
La frase famosa di Berlusconi che ha fatto il giro del web e che in effetti non fa una grinza. E infatti l’Italia è il Paese europeo con la più alta evasione fiscale, con il 48,5% del reddito imponibile che non viene dichiarato.
Ma non solo i viventi preferiscono non pagare le tasse, a quanto pare il fisco non lascia in pace neanche chi ha deciso di passare a miglior vita.
Secondo le dichiarazioni dei redditi, due morti su tre si tumulano da soli, poichè a tot morti dovrebbero corrispondere tot funerali, invece non é così. Qui si parla dell’evasione fiscale delle imprese funebri, tanto che facendo due conti, i morti pare che appunto si apprestino a gestire l’ultima cerimonia da soli. Lo rileva un’indagine di Contribuenti.it, l’Associazione contribuenti italiani, condotta su dati divulgati dalle polizie tributarie dei singoli stati Ue.
Dai dati è inoltre emerso – afferma Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it- che solo un cittadino su cinque sa perché paga le tasse, mentre quattro su cinque si considerano sudditi di un’amministrazione finanziaria troppo burocratizzata, che non eroga i servizi sociali dovuti, violando i diritti dei contribuenti. Di fronte a un fenomeno così pervasivo servono strategie fiscali diverse. Bisogna puntare sulla tax compliance anzichè sui tradizionali strumenti di repressione. È necessaria un’illuminante politica di collaborazione con le associazioni rappresentative dei contribuenti per generare una autentica cultura antievasione.
Il Belpaese per ora, riguardo l’evasione fiscale, ha la maglia nera in Europa.
Interessante questa statistica sui funerali… un po’ grottesca, anche.
Purtroppo l’Italia e’ il paese del proibizionismo e della repressione. Non conosce altro che la linea dura per risolvere le questioni.
Se la nostra classe dirigente non imparera’ a capire come si risolvono le cose pensando a come prevenire il fenomeno invece di combatterlo, non approderemo mai a nulla!