La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Così recita l’articolo 34 della Costituzione e la legge si concretizza apppunto con gli aiuti economici da parte dello Stato a favore dei più meritevoli. E’ obbligatorio pagare le tasse su tali incentivi? Gli incentivi economici agli studenti piu’ meritevoli tra i 14 e i 18 anni non costituiscono borse di studio tassabili perche’ non sono finalizzati a sostenere la frequenza di specifici corsi di istruzione.
Lo afferma in una nota l’Agenzia delle Entrate che rivede così una interpretazione di giugno 2009. Una piu’ approfondita analisi della materia su indicazione del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, ha portato l’Agenzia delle Entrate a questa conclusione.
Così i primi della classe tra i 14 e i 18 anni che ottengano degli incentivi per lo studio non dovranno corrispondere alcuna Irpef. I più bravi quindi, potranno beneficiare dell’intera somma, senza sborsare nulla al fisco.
Una sorta di premio per i più bravi e un incentivo (non meramente economico) a continuare a fare di più. Ai fini dell’Irpef quindi sarà diverso il discorso per le borse di studio che hanno come scopo la frequenza di corsi di istruzione specifici e fiscalmente assimilabili a reddito di lavoro dipendente, saranno soggetti a tassazione.
Intanto i circa 4mila studenti che si sono maturati con 100 e lode nel 2009 riceveranno un premio di 650 euro lordi, circa la metà dei 1000 euro netti assegnati ai giovani che hanno conseguito il diploma a pieni voti nel 2008. La riduzione a causa del taglio del fondo che passa complessivamente da 5 milioni a 3 milioni e 800 mila euro.