A Parigi anche i ristoranti mostrano i segnali della crisi: hanno perso tra il 20 e il 50 per cento degli introiti da gennaio a marzo. La performance preoccupante nonostante in molti abbiano introdotto i «menù della crisi» per tentare di invitare i francesi a non abbandonare ka buona tavola e il piacere di un pasto servito e riverito al tavolo. Ma non v’è nulla da fare, in Francia, specie i piccoli ristoranti indipendenti, sono in grande difficoltà, e si trovano costretti o a chiudere oppure a ridurre drasticamente il personale.
Così dato che il menù della crisi non ha sortito i sperati effetti, il governo ha pensato di andare in soccorso di ristoranti e bistrot. Il presidente Sarkozy ha incaricato il governo di negoziare un’intesa con le categorie interessate e a partire dal primo luglio, un’altra iniziativa a favore dei ristoratori potrebbe portare nei loro locali una boccata di ossigeno, e qualche cliente in più. Di cosa si tratta? l’intesa porterà alla riduzione dell’Iva sulla ristorazione dal 19,6 al 5,5 per cento. In cambio di questa agevolazione il presidente chiede ai ristoratori certezza di un sensibile calo dei prezzi e adozione di una politica di assunzioni nel settore interessato.
La riduzione dell’Iva al 5,5% che come appena affermato dovrebbe partire da luglio, porterà nelle casse dello Stato francese 2,5 miliardi di euro in meno l’anno, secondo il ministro del Bilancio Eric Woerth. E qui si scatenano i contrasti. Dobbiamo infatti ricordare il recente richiamo dell’Ocse a un maggior controllo della spesa pubblica e la strategia francese non favorirà almeno nell’immediato, le casse dello Stato. La strategia anticrisi del governo francese si concentra sugli ammortizzatori sociali, sugli investimenti per favorire occupazione e sul rilancio dei consumi.
L’Iva al 5,5% nei ristoranti francesi sarà il più basso livello d’aliquota in Europa. Si va da un minimo del 7% in Spagna al 25% della Danimarca. In realtà già undici paesi europei su 27 applicano una Iva ridotta nel settore della ristorazione, che in Francia impiega quasi 900.000 persone in 180.000 imprese. E in Italia, Paese in cui il turismo è sicuramente protagonista, cambierà qualcosa?