Dopo il fitto botta e risposta sul posto fisso a seguito dei pensieri espressi, in materia di stabilità lavorativa e precarietà, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, il dibattito ora si è spostato sulla riduzione della pressione fiscale. Prendendo tutti in contropiede, probabilmente anche lo stesso Ministro dell’Economia, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha infatti dichiarato che allo studio c’è la progressiva riduzione dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap), fino ad arrivare a sopprimerla del tutto. Si tratterebbe di un provvedimento che lascerebbe più soldi nelle casse delle imprese, ma i Sindacati in merito non sono rimasti a guardare. Raffaele Bonanni, Segretario Generale della Cisl, ha infatti invitato il Governo ad ascoltare sia le imprese, sia i Sindacati, ed ha sottolineato come le tasse debbano essere ridotte a tutti.
Questo perché, secondo il leader del Sindacato, è giusto che dalla crisi si esca tutti insieme, lavoratori ed imprese, ragion per cui così come si tagliano le tasse alle imprese devono essere abbassate anche le aliquote fiscali cui sono soggetti i lavoratori dipendenti, rigorosamente tassati alla fonte. I consumi, a causa del calo dei redditi, e della perdita del potere d’acquisto, nel nostro Paese sono fermi, e quindi è necessario dare ossigeno non solo alle imprese, attraverso un taglio dell’Irap che può contribuire anche a riattivare gli investimenti, ma anche ai lavoratori ed ai pensionati abbassando le trattenute in busta paga e lasciando loro più soldi in tasca.
Sui propositi del Governo di tagliare l’Irap nelle ultime ore si è espresso anche Vincenzo Visco, l’ex ministro che l’imposta l’ha ideata; ebbene, attraverso il portale “LaVoce“, l’ex ministro ha ricordato che l’Irap, oltre a non essere un’imposta sul reddito delle imprese, è nata da un processo di semplificazione e razionalizzazione del sistema tributario, ed è anche un’imposta che risulta essere a prova di elusione.
Come? Con gli accordi separati. Le grida manzoniane servono a poco, se si va avanti per tirare a campare. Verrà il giorno della riscossa e i primi a pagare saranno i falsi amici dei pensionati e dei lavoratori.