La Commissione europea ha stabilito che il Governo italiano fermi gli dare sgravi fiscali e previdenziali introdotte dall’Italia in aiuto delle imprese colpite da calamità naturali.
L’ordine è arrivato nella giornata di mercoledì, quando la Commissione ha avviato un’istruttoria per verificare se le agevolazioni fiscali per le imprese italiane nelle zone disastrate violino le norme dell’Unione europea in materia di aiuti di Stato.
Ma la sentenza non può pregiudicare le misure per aiutare la ricostruzione delle zone danneggiate dal terremoto in Emilia Romagna. Terremoti e scosse di assestamento nel maggio scorso hanno ucciso 27 persone e causato miliardi di euro di danni alle abitazioni e alle aziende.
Tuttavia, gli aiuti fiscali si sono presentati finora solo sotto forma di rinvii, piuttosto che con l’eliminazione pura e semplice delle imposte. In un comunicato, la commissione ha detto che si riteneva preoccupata dal fatto che tutti i beneficiari degli aiuti possano non essere quelle imprese che effettivamente hanno subito un danno in conseguenza delle calamità naturali, e che in alcuni casi il danno non sia stato causato esclusivamente dal terremoto.
La Commissione ha citato gli esempi di aiuti concessi i a seguito del terremoto in Sicilia (1990), Umbria e Marche (1997), Molise e Puglia (2002) e Abruzzo (2009), così come le inondazioni nel nord Italia nel 1994. E ha avvertito che, se ritiene che le misure in tali casi violino le norme comunitarie sugli aiuti, l’Italia potrebbe essere costretta a recuperare gli aiuti versati ai beneficiari.