L’Estonia si è ritirata dalla ‘cooperazione rafforzata’ degli undici paesi che vogliono introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin Tax. Pertanto la pattuglia si è ridotta a dieci membri.
Lo ha indicato all’Ecofin in corso di svolgimento il ministro delle finanze estone. Gli altri hanno invece annunciato un “accordo sui principi generali” per l’instaurazione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Si tratta di Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. “Spero che un accordo sui dettagli tecnici possa essere trovato entro la prima metà dell’anno prossimo”, ha detto il commissario Ue agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici.
La cautela cei ministri finanziari è stata massima, soprattutto se si considera che originariamente si puntava a una prima applicazione da inizio 2016. Il tedesco Wolfgang Schauble ha detto che si tratta di “un passo modesto comunque meglio che non fare nulla”. Pier Carlo Padoan ha ammesso che la distanza tra le posizioni è risultata superiore a quanto previsto, però si è detto convinto che “si tratta di un buon risultato e penso che l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie sarà un successo e potrà attrarre nuovi membri”. Il lussemburghese Pierre Gramegna, president Ecofin, ha detto che “non siamo all’accordo finale”.
I punti scritti oggi, generali, prevedono che tutte le transazioni in azioni di società quotate incluse quelle che avvengono in una singola giornata saranno tassate. Potrebbe esserci una esenzione ristretta per l’attività di ‘market making’. Per i derivati, varranno i principi cumulate della residenza e dell’emissione, la base sarà più ampia possibile e i tassi saranno bassi, garantendo che non ci sia alcun impatto sui costi dei finanziamenti del debito sovrano, non ci sarà alcuna esenzione per il ‘market making’.