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Trading penalizzato da crisi e tobin tax

 Il trader on line paga dazio a partire da marzo 2013. Netta flessione delle operazioni di transazioni finanziarie in Italia dovuta sopratutto all’introduzione della tobin tax e dal clima politico molto incerto. La cosiddetta tassa sulle transazioni finanziarie (leggi anche tobin tax in vigore dal 1 marzo 2013), rilanciata recentemente a livello europeo, è stata introdotta a partire dal 1° marzo 2013 da un decreto varato dal Governo Monti. Inizialmente la tassa sarà limitata solo ad una parte di strumenti finanziari mentre a partire da luglio riguarderà anche altri strumenti. Uno studio realizzato da un big del trading. L’olandese Binck, ha infatti stabilito l’umore nero degli investitori. Binck a cadenza mensile interpella alcuni dei suoi clienti per conoscere lo stato d’animo degli investitori, e dal mese di marzo ha anche interpellato circa 1600 nuovi clienti.
I clienti europei hanno espresso una fiducia media del 2,3 su una scala che va dal meno 10 al più 10. In Italia i clienti nutrono meno fiducia verso il trading ed infatti l’indice si attesta attorno all’1,3 con una netta flessione rispetto al mese scorso.

Gli investitori italiani preferiscono investire maggiormente in Bond (circa il 64 % degli intervistati preferisce tale strumento) ed in ETF (il 39 % degli italiani, una delle percentuali più alte a livello europee, preferisce tale strumento finanziario). Tale tendenza conferma che gli investitori italiani preferiscono investire in strumenti poco rischiosi, e di conseguenza anche i broker si sono adeguati proponendo diversi prodotti finanziari. Inoltre le previsioni per l’andamento degli indici, a differenza degli altri paesi europei, prevedono incrementi più contenuti e pertanto gli investitori preferiscono strumenti più difensivi, come le utility.
Anche altri trader, come Webank, confermano un certo calo di scambi all’interno del mercato azionario. Negli ultimi due anni il ridimensionamento dell’azionario nei confronti di obbligazioni e ETF registrato è stato abbastanza significativo. Alla fine la tendenza sembrerebbe quella di parcheggiare liquidità all’interno di alcuni conti deposito in modo tale da aspettare tempi migliori per investire.

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