La proposta è: diminuire l’Irpef per i contribuenti che vantano un reddito dai 28 mila euro in su, con un vantaggio netto che può giungere a 5.770 euro l’anno.
Il taglio dell’imposta sul reddito delle persone fisiche sarà attivo nel 2018, come stabilito dal presidente del Consiglio Renzi, ma già in questi giorni sono in corso analisi e verifiche per mettere a punto la nuova curva delle aliquote finalizzata ad alleggerire principalmente i redditi medi e medio-alti; nel contempo l’operazione 80 euro – il bonus è ora strutturale – aveva premiato i lavoratori dipendenti con una retribuzione fino a 26 mila euro.
Un piano dettagliato è già stato messo a punto da Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia e segretario di Scelta civica, ed è ora all’attenzione di Palazzo Chigi. L’idea di base è piuttosto semplice: unificare al 27 per cento, ovvero al livello più basso, l’aliquota nominale da applicare sull’intera porzione di reddito imponibile che va dai 15 mila a ai 75 mila euro.
Attualmente in questo lungo intervallo sono previste tre differenti aliquote per altrettanti scaglioni: 27 per cento tra 15 mila e 28 mila, 38 per cento da 28 mila a 55 mila, 41 per cento tra 55 mila e 75 mila. Utilizzando solo la prima si creerebbe un super-scaglione in grado di generare allo stesso tempo un potente effetto di semplificazione e una sensibile riduzione del prelievo, crescente fino alla soglia dei 75 mila euro e poi fissa – e dunque meno incisiva in percentuale – per i redditi superiori.
In totale le aliquote del nuovo sistema sarebbero tre, restando in vigore quella del 23 per cento per lo scaglione fino a 15 mila e la massima (43 per cento) oltre i 75 mila euro. Non è detto che sia questo l’esatto punto di caduta del progetto governativo, ma è chiaro che la direzione in cui vuole muoversi il premier è quello della semplificazione e della riduzione delle aliquote. Insomma un fisco più leggero ma anche più comprensibile per i cittadini chiamati ogni anno a versare allo Stato una quota dei propri guadagni.