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Ue: la Commissione punta sul fisco ecologico

 What a taxation for a low carbon economy”: è questo il titolo del convegno che torna a far parlare di tassazione europea sulle emissioni di anidride carbonica: si tratta di un tema di stretta attualità e che si inquadra benissimo in questo periodo, in cui si tiene la conferenza dell’Onu sul cambiamento climatico a Copenaghen. L’intento principale è quello di dar vita a una vera e propria fiscalità europea sostenibile; tale obiettivo potrebbe essere raggiunto congiuntamente all’aumento dell’efficienza energetica, all’incremento dell’uso di energia rinnovabile e alla riduzione dell’emissione di gas inquinanti. La proposta più interessante è giunta da László Kovács, commissario europeo per la Fiscalità e l’Unione Doganale, il quale ha suggerito una modifica della direttiva riguardante la tassazione energetica, in modo da poter elaborare una carbon tax europea davvero efficiente.

 

Dalla tassa sarebbero comunque escluse le imprese che fanno parte dell’Ets (Emission Trading Scheme), il sistema comunitario che consente di scambiare quote di Co2 introdotto dall’Unione Europea con la nota direttiva 87 del 2003. In particolare, in questo modo potrebbero essere introdotte diverse accise sui prodotti energetici, dando anche un forte impulso ai consumatori più tradizionali: in effetti, se si ha intenzione di far fronte al cambiamento climatico attuale è necessario cambiare i modi di pensare e comportarsi. C’è da ricordare che molti stati dell’Ue si sono attivati nel tempo per porre in essere una adeguata legislazione nazionale volta a ridurre le emissioni inquinanti: il primo caso è stato quello della Finlandia nel 1990, seguita poi dalla Svezia.

 

Sono proprio i paesi scandinavi quelli maggiormente virtuosi per quel che concerne la sostenibilità ambientale e la lotta all’inquinamento, visto che anche in tempi recenti lo stesso governo svedese ha proposto l’adozione di una ecotassa europea. L’introduzione della carbon tax ha comunque avuto maggior successo quasi esclusivamente nell’estremo nord europeo: in questo caso si è riusciti a garantire un calo delle emissioni di Co2 e una crescita del gettito fiscale, dunque è l’esempio migliore da seguire.