Obama non ha dubbi: a fine anno dovranno decadere le riduzioni d’imposta a favore dei contribuenti con reddito superiore ai 250.000 dollari annui, i cosiddetti Paperoni d’Oltreoceano. Quegli sgravi erano stati voluti da Bush, e sono stati ereditati dalla legislatura attuale. Obama risponde con un secco no alla continuità di tale agevolazione: il presidente degli Stati Uniti è fermamente contrario all’estensione oltre quest’anno dei tagli alle tasse per i cittadini più benestanti. Il piano del governo prevede un taglio di tasse per i nuclei famigliari con un reddito inferiore ai 250.000 dollari per le coppie e sotto i 200.000 per le persone sole. Stiamo parlando del 98% degli americani, quindi solo il 2% va al di là di questo tetto. Per queste persone, l’amministrazione vuole riportare la tassazione ai livelli precedenti al 2001.
Secondo il New York Times, i Repubblicani vorrebbero che le agevolazioni, in scadenza a fine anno, fossero prolungate di almeno un altro anno, i deputati del G.O.P. sostengono che l’interruzione degli sgravi equivarebbe ad un aumento di tasse per le famiglie con redditi superiori ai 250mila dollari annui (200mila per i single). Tassare i ricchi per curare i poveri: è questo il principio-cardine del bilancio da 3,94 trilioni di dollari che Barack Obama ha inviato al Congresso, che probabilmente accattiverà il favore della fascia di popolazione più debole, con chiaro riferimento anche alla riforma sanitaria.
Abbiamo di fronte a noi scelte difficili – ha sottolineato il presidente americano, illustrando alla Casa Bianca il testo di 134 pagine che ha definito – un’onesta raffigurazione di dove siamo e dove vogliamo andare.
Siamo d’accordo sul garantire assistenza sanitaria a chi non ce l’ha – rispondono i repubblicani – ma la strada per arrivarci non può essere tassare cittadini e imprese nel bel mezzo di una recessione. E’ un piano che non cambia niente: più spese, più tasse, più deficit più debito con qualche aggiustamento cosmetico per dare l’illusione di parsimonia.