Le banche della Svizzera potrebbero essere sanzionate per due miliardi e mezzo di dollari se, entro martedi prossimo, non sveleranno i nomi degli evasori che hanno trasferito i propri capitali all’estero per sottrarli alle leggi fiscali. La Svizzera entro martedì deve fornire dati dettagliati sui conti bancari di cittadini americani sospettati di utilizzare banche svizzere per evadere le tasse negli Stati Uniti. L’amministrazione Obama é assolutamente intenzionata a sapere quanti e quali clienti americani hanno depositato in Svizzera tra il 2002 e il 2010 fondi superiori ai 50 mila dollari.
Le banche nell’occhio del ciclone sono dieci, tra queste il Credit Suisse, e nove altri istituti minori, tra cui Julius Baer, Wegelin e le banche cantonali di Zurigo e Basilea. La Svizzera è considerata un paradiso fiscale per alcune categorie di residenti ed una determinata tipologia di società. Per le società le aliquote di tassazione sono decisamente vantaggiose rispetto alle allucinanti aliquote fiscali applicate in altri Paesi del mondo, questo ha portato, nel tempo, numerosi stranieri a scegliere la Svizzera come loro residenza fiscale. Mancano però pochi giorni e le banche stavolta dovranno fare i loro nomi: in caso si rifiutassero di collaborare rischierebbero una pesante ammenda, le banche svizzere rischiano per questa vicenda una multa di circa due miliardi di franchi, (2,5 miliardi di dollari) e oltre all’ammenda rischiano di perdere la licenza bancaria negli Stati Uniti.
Mario Tuor, portavoce del dipartimento svizzero per le questioni finanziarie internazionali, ha fatto sapere che al momento la Svizzera non ha ancora preso una decisione ed “é alla ricerca di una soluzione sulla base delle leggi esistenti”. Ricordiamo che già l’anno scorso la Svizzera aveva fornito agli Stati Uniti 4.450 dossier di clienti della banca Ubs sospettati di aver evaso il fisco statunitense. Gli Usa di Barack Obama chiedono così, per la seconda volta, che venga rimosso il segreto bancario.