A cosa punta il Fisco? Eliminare drasticamente gli scontrini e proeguire la marcia verso la ‘tracciabilità totale’. L’Agenzia delle Entrate desidera promuovere a tutti i costi la moneta elettronica, considerandola come lo strumento atto ad abolire l’evasione fiscale.
Il nuovo sistema contempla giornate a ‘contante zero’, con pagamenti effettuabili tramite Pos in ogni punto vendita. L’infrastruttura da trasferire negli esercizi è stata già sperimentata all’interno della Pubblica Amministrazione. La finalità è quella di trasmettere costantemente dati dall’esercizio all’Erario connettendo dunque gli esercizi stessi con il Web e rimpiazzando i sostituti d’imposta.
Gli esercenti, stando all’Agenzia delle Entrate, avrebbero meno spese risparmiando sui registratori di cassa e i costi della riforma sarebbero assorbiti dallo Stato.
Ma quali sarebbero gli incentivi per il cliente che già dal primo caffè al bar paga tutto in maniera digitalizzata senza utilizzare i contanti? Questo il parere degli esperti:
Siamo davanti a un paradosso: in negozio puoi scegliere di pagare con la carta, o almeno litigare per farlo. Versare le tasse universitarie in questo modo, invece, è ancora impossibile. Gli esempi virtuosi, tra le grandi aziende, non mancano. Enel, per le bollette, accetta pagamenti via Paypal, i sistemi di Trenitalia sono digitalizzati. L’Italia è il Paese con la più alta penetrazione di tessere pre-pagate. È il segno che le banche sono state brave a commercializzarle. Il paradosso della vita senza scontrini, temono gli ultrà della riservatezza, è una rinuncia quasi totale alla privacy: se i dati corrono sul web, come evitare che non vengano usati a scopi commerciali? In realtà il rischio già esiste, quando si parla di e-commerce.
Il Garante della Privacy, di conseguenza, ha serrato il comparto: a partire dalla scorsa estate le informazioni non possono essere utilizzate per altri scopi, come l’invio di pubblicità o analisi delle abitudini, se manca lo specifico consenso degli utenti.