Il Consiglio dei Ministri ha dato il suo ‘nulla osta’ per la formazione delle commissioni censuarie, mediante decreto legislativo che di fatto è il primo passo nell’iter di riforma del catasto.
Saranno censiti più di sessantadue milioni di immobili presenti lungo tutto il territorio italiano. Le commissioni censuarie locali che si formeranno saranno centosei. A ciò si aggiunga quella centrale, la quale avrà sede a Roma e svolgerà attività di supervisione.
Il provvedimento governativo sancisce ruolo e composizione delle nuove commissioni, le quali dovranno rivedere i parametri per gli estimi catastali, con impatto inerente pertanto alla tassazione dell’immobile. A tale pro verrà elaborato un coefficiente che terrà in considerazione qualità, localizzazione, anno di costruzione, stato conservativo degli immobili.
Le commissioni censuarie locali, che si insedieranno entro dodici mesi dall’entrata in vigore del decreto legislativo, avranno il compito, inoltre, di verificare le funzioni statistiche determinate dall’Agenzia delle Entrate, che sono alla base della revisione del sistema estimativo del catasto dei fabbricati.
Le funzioni statistcihe dovranno esprimere la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ognuna delle destinazioni catastali e per ogni ambito territoriale, anche all’interno di uno stesso comune.
La Commissione censuaria centrale decide sui ricorsi dell’Agenzia delle entrate e dei Comuni a fronte delle decisioni delle commissioni censuarie locali in sede di qualità, classi e tariffe d’estimo dei terreni e in materia di categorie, classi e tariffe d’estimo dei fabbricati.
La Commissione centrale esercita inoltre poteri sostitutivi nel caso in cui le commissioni locali non provvedano alla validazione delle funzioni statistiche. Sono queste le principali linee guida di un censimento che lascerà il segno.