Le imprese agricole che svolgono le loro attività all’interno di zone montane o delle cosiddette “aree svantaggiate” possono solitamente beneficiare di alcune importanti agevolazioni per quel che concerne il comparto previdenziale: questo riconoscimento, però, è seriamente a rischio per quest’anno, a causa di alcuni dubbi provenienti direttamente dal Governo. In effetti, occorre ricordarlo, i benefici fiscali in questione vengono rinnovati in modo preciso a ogni scadenza, ma quella più prossima, vale a dire il 31 luglio del 2010, non porta alcuna certezza con sé. Che cosa è successo di preciso? L’allarme è stato lanciato da Maurizio Sacconi, titolare del dicastero del Lavoro, il quale, nel corso di un suo intervento alla Camera, ha affermato che la conferma dei benefici è in forte dubbio:
Non posso fornire alcuna risposta definitiva in merito alla compatibilità di questa proroga con le attuali condizioni in cui versa la finanza pubblica.
La frase è piuttosto eloquente, ma bisognerà aspettare ancora qualche giorno per avere un quadro davvero chiaro.
Lo stesso Sacconi ha precisato che tutto dipenderà dall’esito finale della manovra dell’esecutivo, visto che c’è una buona serie di emendamenti relativi al tema. Nell’ipotesi in cui vi dovesse essere una proroga, si andrebbero allora a spendere ben 87 milioni di euro, ma in caso negativo le agevolazioni non verrebbero comunque meno, anzi la conferma diverrebbe una realtà per oltre il 70% delle aree montane e poco meno della metà di quelle svantaggiate.
Nel frattempo, però, ci sono delle certezze circa il calcolo dei contributi volontari per il 2010 in riferimento ai lavoratori del settore agricolo; in base a quanto stabilito dall’Inps, infatti, categorie come i coltivatori diretti, i mezzadri e i coloni vedranno suddivisi i contributi previdenziali in quattro differenti classi di reddito: le aliquote Ivs sono tra le più varie e si va dal 18,30% fino al 2%, con un importo aggiuntivo pari a 1,83 euro.